In piazza XXV aprile a Milano, un tempo c’era il teatro Smeraldo. Oggi c’è la sede milanese di Eataly. A pochi passi da Corso Como, questo presidio ingombrante del nuovo “made in Italy” alimentare, fulcro dell’Expo 2015, ieri è stato contestato dai movimenti NoExpo. L’occasione è stata fornita da Genuino Clandestino che ha organizzato un pranzo sociale dedicato al tema della “sovranità alimentare”. Gli organizzatori hanno offerto ai passanti e agli attivisti il cibo prodotto dalla rete dei produttori di “Genuino Clandestino”, mentre altri volantinavano davanti all’entrata di Eataly contro il sistema Expo caratterizzato dal lavoro gratuito, dalla speculazione o dalle inchieste giudiziarie. Una banda ha trasformato il presidio in una festa, raggiunta verso le 14 dalla Critical Mass partita dal “NoExpo camp” del parco di Trenno. “Chi vuole vedere solo le auto bruciate di ieri – [nella manifestazione del primo maggio] è strabico”.

Le ragioni del dissenso contro Expo derivano dalla necessità di “demistificare” la narrazione tossica creata a partire dallo slogan del “grande evento”: “Nutrire il pianeta”. Per gli agricoltori di Genuino Clandestino “il pianeta lo nutrono i contadini e non le multinazionali o il business dell’agro-industria o della grande distribuzione. Viene proposto un modello di “consumo critico, mutuo soccorso e l’auto-organizzazione dei produttori”. Al presidio in piazza XXV aprile ha partecipato anche Hugo Blanco, leader delle lotte contadine in Perù. Nel pomeriggio ha visitato la fabbrica auto-gestita Ri-Maflow a Trezzano sul Naviglio. “Chi vuole vedere solo piazza Cadorna lo faccia, ma è strabico, esiste un dissenso diverso e la giornata di oggi lo dimostra” è stato detto. Mentre il movimento riafferma il suo diritto al dissenso contro l’esposizione universale, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia convocava la manifestazione “Nessuno tocchi Milano” per oggi alle 16 in piazza Cadorna.

Le ragioni sono ben diverse da quelle del movimento no Expo: «Chiameremo tutta la città a dare un contributo per pulirla da scritte indegne per una società civile» ha detto Pisapia. Una manifestazione convocata per “dimostrare il vero volto della nostra città che non si lascia intimorire”. “Dai responsabili delle inaudite violenze esigeremo i danni materiali e morali subiti dai milanesi”. Sulla piazza ci sarà anche Salvini che ha indetto un’altra manifestazione per lunedì 4 maggio. I toni sono molto diversi da quelli di Pisapia: “contro i centri sociali e Alfano”, il ministro degli interni per il quale il leader della Lega chiede le dimissioni. “sarà una chiamata alle armi per i cittadini perbene, ma incazzati”. Pisapia ha invitato Salvini a partecipare alla sua iniziativa e ha risposto all’accusa di Salvini di “coccolare l’ambiente da cui nasce la violenza”. “Salvini purtroppo coccola invece coloro che forse volevano il sangue e distruggere la nostra città, com’è accaduto in altre parti d’Italia, in passato ma anche di recente – ha risposto Pisapia -. Dia un segnale forte e venga anche lui ad aiutare la nostra comunità a ripulire quel pezzo della nostra città che è stato sporcato”.