«L’emergenza degli esclusi». Questo il titolo di un incontro che si è svolto di recente in Vaticano. In quell’occazione, i movimenti popolari latinoamericani hanno incontrato papa Francesco, che ha sollecitato l’iniziativa. Poi hanno discusso con varie realtà politiche italiane, dai No Tav ai centri sociali. Per il Movimento dei lavoratori rurali senza terra (Mst – via Campesina) era presente Joao Pedro Stedile, che ha sottolineato l’importanza di comprendere le cause che producono l’aumento del numero degli esclusi nel mondo. Tra queste, ha indicato alcuni tratti del capitalismo contemporaneo, come l’offensiva del capitale nei confronti della natura, tesa a «privatizzare tutti i beni comuni dell’umanità: terra, acqua, sottosuolo e anche l’aria». Lo storico leader dei Sem Terra ha anche segnalato l’insufficienza della democrazia formale nel permettere la partecipazione di tutte le persone, in particolare quella «dei lavoratori e dei poveri», e ha insistito sulla necessità di forme partecipative di democrazia. Infine, ha denunciato l’esistenza di «monopoli mediatici che pretendono di controllare la stampa e la cultura mondiale ponendole al servizio del modello consumista e delle strutture di potere egemoniche».
Il movimento Sem Terra, attivo nelle proteste esplose in Brasile a giugno, è la più grande organizzazione contadina latinoamericana, presente in 24 Stati del Brasile. Vi aderisce circa un milione e mezzo di persone. Nasce nel 1984 con tre obiettivi fondamentali: la lotta per la terra, la riforma agraria e una profonda trasformazione sociale. Nei suoi trent’anni di vita, ha organizzatocentinaia di occupazioni. Grazie alle sue lotte, 370.000 famiglie hanno conquistato terra, casa, cibo e diritti, mentre 100.000 stanno lottando negli accampamenti. Il Brasile è, infatti, uno dei paesi con la più forte concentrazione di terra al mondo: la maggior parte del territorio è ancora in mano a grandi latifondisti e, nonostante negli ultimi anni si siano succeduti al potere i governi d’impronta popolare di Lula e di Dilma Roussef, la riforma agraria non è stata realizzata. I grandi latifondi sovente sono gestiti dall’agrobusiness che distrugge il territorio attraverso monoculture, spesso finalizzate alla produzione di agrocombustibili, e mediante l’impiego di enormi quantità di veleni, una vera e propria emergenza nel paese.
Il Mst ha sempre mostrato grande interesse per le questioni internazionali, assumendo un ruolo centrale nell’organizzazione dei Forum sociali mondiali, e favorendo il collegamento tra i movimenti contadini del Latinoamerica e del mondo, e tra i movimenti sociali brasiliani e latinoamericani. Le sue brigate di lavoro agiscono ad Haiti, in Mozambico, in Palestina, in Venezuela, in Bolivia…