«È lealtà, è un senso morale completamente distorto. Sospetto, diffidenza reciproca, sangue freddo. Questo potrà salvarci la vita. Quando tornerete alla civiltà ve ne andrete in chiesa, vi abbraccerete, porterete fuori il cane, quello che vi pare, me ne sbatto. Ma qui dentro no. Qui si deve sopravvivere. Non vivere, sopravvivere». Quanto è lontana la lezione un po’ semplicistica ma efficace che si apprendeva nei primi anni di scuola, quando l’insegnante guardando i suoi piccoli allievi li spronava a imitare gli uomini primitivi e a stare insieme, ripetendo la frase: «L’unione fa la forza». E invece no, per sopravvivere bisogna essere gli uni contro gli altri, fino a che non ne rimarrà soltanto uno.

LA CITAZIONE iniziale non è rubata né da un comizio elettorale, né da un manuale per un’apocalisse «fai da te», bensì ripresa da un nuovo prodotto seriale visibile su Prime Video, che da qualche settimana ha fatto uscire The Head, racconto in sei puntate di una spedizione in una base del Polo Sud, volta a salvare il mondo dalla catastrofe ambientale e dal cambiamento climatico e che, invece, si risolve in una carneficina tra i nove componenti, ognuno potenzialmente posseduto da motivazioni assassine.

Così inizia un racconto che scorre di mistero in mistero e che propone due se non tre piani narrativi. Il presente fatto di macerie, il recente passato raccontato dai due sopravvissuti e nel quale quelle stesse macerie hanno preso forma, e un passato ancor più remoto, quello del peccato originale.

Più vicina ai Dieci piccoli indiani di Agatha Christie che al John Carpenter de La cosa, e per questo è meglio evitare ulteriori dettagli per non cadere nel peccato capitale dello spoiler, The Head ripropone soprattutto il conflitto tra il pubblico e il privato, tra il fine che dovrebbe riguardare l’intera umanità (nella quale sono compresi persino i negazionisti del mutamento climatico, visto che anche loro sono tenuti a respirare, a meno che la storia dei polmoni non sia il frutto di un gigantesco complotto), ossia trovare un rimedio che permetta di controbilanciare il surriscaldamento del pianeta, e l’obiettivo personale, imperscrutabile, misterioso, suscettibile di variazioni sul tema, e comunque del tutto inutile alle grandi cause e agli ideali.

IN QUESTA claustrofobica missione al Polo Sud, gli scienziati studiano un microbo con enormi potenzialità salvifiche. Ma alla fine del lungo periodo senza luce del sole, quando la squadra estiva viene a riprendere quella invernale per dare il cambio, la scoperta è atroce: sei cadaveri, due superstiti e una persona scomparsa, naturalmente la moglie di chi deve indagare su cosa sia realmente accaduto nella Polaris Antartic VI, la base che ricorda molto quella di Carpenter e di John W. Campbell Jr. (l’autore del libro del 1938, La cosa da un altro mondo). Solo che il mostro extraterrestre capace di assumere le sembianze di donne e uomini (e cani), qui è già presso di noi, non ha volato nello spazio e non si è incagliato nei ghiacciai prossimi allo scioglimento. È già donna, è già uomo.