Una ricerca diretta da Stephen Elledge e Michael Mina dell’università di Harvard, appena pubblicata sulla rivista Science, sostiene che il morbillo provochi l’indebolimento delle difese immunitarie anche nei confronti delle altre malattie. Al contrario, la vaccinazione contro il morbillo sembra avere l’effetto opposto. Vaccinandosi, dunque, non ci si difende solo dalla malattia infettiva, ma anche da altre e più gravi. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il morbillo causa la morte di oltre centomila persone ogni anno nel mondo e il numero di casi segnalati è triplicato tra il 2018 e il 2019. La ricerca sottolinea l’utilità di innalzare la copertura vaccinale contro il virus, spesso sottovalutata anche tra chi non è pregiudizialmente contrario alle vaccinazioni.

COLLABORANDO con altri centri di ricerca sparsi tra Stati Uniti ed Europa, l’equipe di Elledge e Mina ha esaminato 77 bambini dell’età media di 9 anni. Dato che ogni anticorpo corrisponde a un agente patogeno, e quindi a una possibile malattia, in ciascun bambino i ricercatori hanno contato gli anticorpi presenti nel sangue prima e dopo essersi ammalati di morbillo in modo naturale. Per farlo hanno utilizzato una tecnologia detta «VirScan», sviluppata dallo stesso Elledge e due co-autori dello studio. Il test costa 25 dollari e secondo il suo inventore si rivelerà utile nei paesi in via di sviluppo. Per ora è solo uno strumento di ricerca e non è disponibile a livello commerciale. Tuttavia, Elledge e i suoi colleghi lo hanno già brevettato. Saranno dunque loro a decidere a quali condizioni economiche lo si potrà utilizzare.

Secondo i risultati della ricerca, due mesi dopo aver contratto il morbillo i bambini perdono fino al 40% degli anticorpi presenti prima della malattia. Influenza, papillomavirus, polmonite sono alcune delle malattie a cui ci si espone maggiormente se si viene contagiati dal morbillo. Nello studio odierno, Elledge, Mina e colleghi ipotizzano che il virus colpisca le cellule del sistema immunitario responsabili della produzione di anticorpi. L’effetto non si osserva nei bambini che si vaccinano. In questi ultimi, il numero di anticorpi cresce invece che diminuire.

CHE CI SIA UN LEGAME tra il morbillo e l’efficienza del sistema immunitario è noto da oltre un secolo. Lo scopritore del primo test per la tubercolosi, l’austriaco Clemens Von Pirquet, aveva osservato già nel 1908 che bambini risultati positivi al test potevano apparire negativi dopo aver contratto il morbillo. Dato che il test rileva la presenza degli anticorpi della tubercolosi, von Pirquet ipotizzò il virus bloccasse l’azione immunitaria.
Lo stesso Michael Mina nel 2015 aveva scoperto che la mortalità legata alle malattie infettive era correlata al numero di contagi di morbillo nei due o tre anni precedenti: un’ulteriore conferma che il morbillo è in grado di compromettere per un periodo molto lungo le difese immunitarie contro le altre malattie.