È disastro. Centinaia di ettari di boschi protetti e di radure inceneriti. È dal 20 agosto scorso che, in Abruzzo, un immane incendio, di carattere doloso, divampato a 1.200 metri d’altitudine, sta devastando il Monte Morrone, massiccio della Majella. Le fiamme, che a tratti si elevano altissime, dando vita di notte a paesaggi diabolici, stanno distruggendo luoghi d’incanto, dove la natura regnava indisturbata, con orsi, caprioli, cervi… Poi lo sfregio: inneschi posizionati qua e là e, di colpo, l’inferno.

A ridosso dell’abitato di Sulmona (Aq), in territorio di Pacentro (Aq), nel versante pescarese: i roghi non si placano. Si spostano, corrono, si rianimano tra scheletri di alberi e cespi carbonizzati. Sembrano essere stati domati, ma poi riprendono vigore, più forte. E va così, da giorni, da una settimana. Nel cuore del parco nazionale della Majella. E, in questa catastrofe, che di sicuro è stata inizialmente sottovalutata, sono tutti contro tutti. Mentre la Procura indaga. Mentre si susseguono vertici e si rincorrono polemiche.

 

27pol1 morrione sindaco casini sulmona

«SONO ARRABBIATA e preoccupata – tuona la sindaca di Sulmona, Annamaria Casini -, chiedo allo Stato di fare di più per questo territorio, già martoriato. È da domenica scorsa che gridiamo a tutte le istituzioni l’impellente necessità di incrementare mezzi aerei per spegnere al più presto il vasto incendio, senza precedenti. Lo Stato deve fare di più. Se non ci sarà un intervento importante sarò disposta anche a riconsegnare la fascia. È un grido di dolore. Per la mia gente, per la mia città». «Lo Stato c’è, è presente, al gran completo in tutte le sue componenti, che tutte collaborano in sinergia e tutte lavorano nelle migliori condizioni», ribatte il comandante provinciale dei Vigili del fuoco, Domenico De Bartolomeo, in una conferenza stampa convocata per rassicurare. «Con i vigili del fuoco ci sono gli alpini, i carabinieri nella loro componente forestale, i volontari della Protezione civile…». De Bartolomeo annuncia che nella mattina di oggi arriverà anche l’elicottero Erickson, in grado di scaricare diecimila litri d’acqua con una capacità di tempi più veloci e la possibilità di accedere anche in riserve idriche dove al canadair non è possibile.

Il comandante ripercorre gli avvenimenti nel loro susseguirsi, facendo presente che le fiamme si sono propagate in fretta, incontrando una fitta vegetazione di conifere, che fanno correre velocemente il fuoco, dunque «le operazioni di spegnimento fin dall’inizio si sono presentate difficoltose».

«GRAVI I RITARDI i con i quali sono iniziate le operazioni e sicuramente sottostimata la portata dell’evento – è l’attacco di Sinistra italiana – Grave la responsabilità della Regione Abruzzo che, pur sollecitata, non ha adottato alcun provvedimento e altrettanto grave la responsabilità dei vertici del Parco Majella». Questi ultimi alzano la voce e denunciano di essere stati esclusi, vergognosamente, da tutti i summit e dalle operazioni finora concordate. «È l’ennesima dimostrazione di un sistema di protezione civile al collasso – sottolinea l’europarlamentare di Mdp, Massimo Paolucci -. Le forze a disposizione in regione, da sole, non sono in grado di contrastare questa emergenza. Il Governo – prosegue – si muova attraverso la messa a disposizione di un numero adeguato di mezzi e uomini e faccia la sua parte obbligatoria. Le competenze per affrontare eventi di questa portata non sono di scala locale, i ritardi con cui ci si muove sono inaccettabili». Sul banco degli imputati la cancellazione del Corpo forestale.

IL ROGO HA SCATENATO anche il timore di un’emergenza sanitaria. I medici pediatri, quelli di famiglia, di Sulmona, e i componenti della Commissione Patologia ambientale dell’Ordine dei medici della provincia dell’Aquila in una nota mostrano «preoccupazione a causa della presenza di monossido di carbonio e di particolato, per il persistere di benzene, polveri fini e ultrattivi che risultano le più tossiche». Segnalati problemi respiratori e altre patologie connesse con la qualità dell’aria. Chiesto, da Paola Pelino, vicepresidente dei senatori di Forza Italia, l’intervento del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, chiamata ad attivarsi per «predisporre ogni accertamento sanitario per stabilire se e quali rischi concreti esistono per la salute della popolazione della Valle Peligna».