Da sempre interprete capace di confrontarsi con il passato alternando una sicura capacità di scrittura, il quarantasettenne Kurt Elling da Chicago è per molti il vero erede della tradizione vocale lasciata vacante dopo Sinatra per troppo tempo. Una messe di album – dieci – ai quali si aggiunge ora – appena pubblicato dalla Concorde – un undicesimo capitolo: Passion world.

L’ennesima dimostrazione di un talento multiforme che gioca – questa volta – a muoversi fra i ritmi del mondo, scegliendo di ogni luogo e nazione una rappresentazione musicale fatta di note, di umori diversi che siano pop, rock, agganci classici regalandogli una veste che a volte richiama il jazz e più spesso gioca con le contaminazioni. Come nella ripresa di Where’s the street have no name degli U2 dove riesce a mantenere il vigore di Bono e soci pur mutando completamente l’arrangiamento, affidato al suo chitarrista John Mc Lean.
Passion fruit si avvale di un nutrito parterre di ospiti, come Richard Galliano che è autore – oltre che musicista con il suo accordion – di Billie , dedicato alla Holiday, a cui Elling ha aggiunto il testo reintitolandolo The Tangled Road. E non manca la Francia con la classica La vie en rose dilatata a oltre otto minuti, Cuba con Si te contra e l’Islanda di Bjork della quale riprende Who Is it.

Un disco eterogeneo, frutto anche della scelta di sciogliere – amichevolmente – la quasi ventennale collaborazione con il pianista Laurence Hobggood che, quasi a testimonianza del passaggio di testimone, firma qui solo l’arrangiamento del brano che apre la raccolta, The Verse, scritto da Pat Metheny e riscoperto da Elling grazie a un lavoro comune con la cantante polacca Anna Maria Jopek. Il vocalist chicagoano vi ha aggiunto il testo commissionando al musicista John Clayton di creare una nuova introduzione.

Un’alternanza di atmosfere, sulle quali svetta il suo inappuntabile timing, il senso del ritmo e la perfetta intonazione sia nelle note più basse che nei crescendo e nelle armonizzazioni. C’è spazio anche per il Brasile con una piccola gemma di Dorival Caymmi Você Já Foi a Bahia? – sulle cui note duetta con la con la jazz vocalist losangelina Sara Gazarek. Passion fruit testimonia ancora una volta la necessità di Elling di cercare sempre materiali che stimolino la sua voglia di creare altri mondi sonori, senza limitazioni di genere.

Perché come ha sottolineato lui stesso: «Le mie orecchie sono sempre aperte, e Passion world potrebbe avere un seguito; non ho infatti ancora sperimentato la musica del Medio Oriente, Asiatica e africana…».