Negli Stati Uniti, più di 100 persone al giorno muoiono a causa dell’OxyContin, un oppiaceo più potente della morfina prescritto come antidolorifico e prodotto dalla Purdue Pharma, controllata dalla famiglia Sackler, che deve la propria fortuna proprio alla diffusione dell’OxyContin – alla radice di quella che negli Usa è stata definita la «crisi dell’oppio» che ha già mietuto centinaia di migliaia di vittime.
E ieri, la fotografa statunitense Nan Goldin – insieme agli attivisti del gruppo Pain (Prescription Addiction Intervention Now) – ha organizzato una manifestazione fuori dal Louvre proprio per chiedere all’istituzione francese di cancellare il nome della famiglia Sackler da un’ala del museo .

«IL MONDO museale deve agire – ha detto Goldin al «Guardian» – spero che il Louvre comprenda perché artisti e attivisti si sono mobilitati per far rimuovere quel nome: potrebbe essere il primo museo a cancellare ogni riferimento ai Sackler. E spesso si crea un effetto domino fra musei e gallerie». Goldin, che insieme agli attivisti di Pain ha manifestato dentro la fontana dietro la piramide del Louvre, sottolinea infatti come il museo parigino non sia l’unico a dare rilievo al nome dei Sackler grazie ai loro contributi economici – nel caso del Louvre una donazione risalente al 1996 per la ristrutturazione delle sale dedicate all’arte persiana. Nei mesi scorsi la fotografa e attivista ha anche organizzato delle proteste davanti al Guggenheim e al Metropolitan Museum of Art di New York.

A MARZO invece la National Portrait Gallery di Londra è diventata la prima importante istituzione museale a rifiutare una sovvenzione dalla famiglia Sackler, che aveva offerto un milione di sterline. Fra le istituzioni che hanno seguito l’esempio del museo londinese anche la Tate Gallery – che però non ha rimosso il nome della famiglia dai doni ricevuti dai Sackler, fra i quali l’ascensore a loro intitolato – e il Museo ebraico di Berlino.

«Il Louvre è uno dei musei più grandi e visitati del mondo. Ha 12 stanze intitolate ai Sackler. Ma questa crisi (dell’oppio, ndr) ha ucciso centinaia di migliaia di americani e sta arrivando in Europa. È un’emergenza» ha detto Goldin nel corso della protesta, per la quale ha indossato la medaglia di Cavaliere dell’ordine delle arti e delle lettere assegnatale dallo stato francese per il suo lavoro: «È la prima volta che la indosso».
Secondo Goldin, nessuna istituzione museale deve più accettare donazioni dalla Fondazione Mortimer e Theresa Sackler, che dovrebbe piuttosto pagare per la riabilitazione dei dipendenti da oppiacei.