“Generalmente, quando un uomo fa un bilancio della propria vita, resta abbacinato dal gran numero di errori commessi. Ma io sono abbastanza soddisfatto di me. Se si eccettua la volta che ho pagato due milioni un krapfen, grossi sbagli non ne ho commessi”. Gino & Michele scelsero questa e altre citazioni di Romano Bertola per Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano, Anno secondo. Oggi, anzi ieri, che l’ottantenne Romano se n’è andato, viene da pensare, un po’profanamente, a questo aforisma come epitaffio per un uomo capace di divertire sé stesso e far divertire gli altri con il suo lavoro. Il nome può suonare sconosciuto a chi, negli anni ’60 e ’70 ancora non c’era, o era troppo bambino per avere il permesso di guardare in tivù i siparietti pubblicitari di Carosello.

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Forse anche i meno giovani non riescono a metterlo bene a fuoco, a collegarlo a qualcosa di preciso. Ma basterà citare Jo Condor, Miguel il Merendero, l’Olandesina, Mariarosa, lo spot musicale dei Ricchi e Poveri per una famosa merendina, il jingle per un cioccolatino al caffè, ed ecco allora un ‘aaaaahh’ collettivo con tre punti esclamativi. Bertola rese celebri i marchi e i prodotti delle grandi aziende che si affidavano al suo genio e alla sua ironia, sicure di far centro ad ogni spot. Chi adesso scrive ha conosciuto bene questo torinese alto, dinoccolato, pochi capelli fin da giovane, accento piemontese dentro cui nuotava una erre pizzicata forte senza che ciò inducesse a pensarlo uno snob. Vestiva con noncuranza, unico e inseparabile accessorio la chitarra.

Armato della sua sei corde si presentava al cospetto dei clienti, sovente imprenditori di notevole calibro, per cantare e recitare dall’altro lato della scrivania le idee che gli erano venute in testa, magari mentre rispondeva a una telefonata. Nei testi sapeva mischiare, altra straordinaria trovata, l’italiano a lingue straniere e dialetti, creando un’irresistibile idioma maccheronico. Al messicano con sombrero che dichiarava ‘Miguel son mi’, il coro rispondeva ‘E ti, e ti e ti non disse niente. E ti e ti disse niente a Miguel’. ‘E che, ci ho scritto Jo Condor?’ entrò nella parlata comune. Altrettanto famoso il dialogo di un cartoon realizzato per uno sciroppo.

Al pirata Mano di fata, che tenendo per la gola un prigioniero chiede con inflessione siciliana ‘Lo possiamo onorevolmente torturare?’, il capitano Salomone risponde in simil veneto ‘Porta pasiensa, so io come siolergli la lingua’. Quando Carosello scompare dal piccolo schermo, Romano allenta i rapporti con la pubblicità e si toglie altre soddisfazioni, sempre e comunque legate alla musica. Compone La puntura per Pippo Franco, e arriva alla cima più alta delle classifiche mettendo sullo spartito, è il 1983, Carletto, cantata dal popolare showman Corrado. Un giorno di molti anni fa, conversando, mi disse all’improvviso ‘Ho scritto un romanzo’. E io ‘Hai già trovato un editore?’ E lui ‘Sì’. Scoprii qualche tempo dopo che La stanza delle mimose lo aveva pubblicato nel 1958, vincendo il Premio Cesare Pavese.