Ieri si è celebrata la 22esima giornata mondiale dell’acqua. Come ogni anno si fanno i conti con una situazione mondiale esplosiva dove l’oro blu è sempre più scarso e prezioso. In Italia le risorse idriche sono troppo spesso inquinate e la rete di distribuzione è inefficiente, mentre gli italiani consumano moltissimo. Siamo i primi consumatori al mondo di acqua in bottiglia e i terzi importatori mondiali di prodotti che richiedono alto consumo di acqua.

Un mondo a secco

Su 7 miliardi di esseri umani, 768 milioni non hanno accesso a acqua salubre e ben 2,5 miliardi deve convivere con la costante scarsità di risorse idriche. Per questo secondo Save the Children 1.400 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni giorni di diarrea (16% delle cause di morte infantile). In totale per la mancanza d’acqua muoiono 2000 bambini al giorno, 700 mila all’anno. Il 60% di coloro che non ha accesso all’acqua potabile è concentrato in 10 paesi: al primo posto la Cina (108 milioni di persone), seguita da India, Nigeria, Etiopia e Bangladesh. Ma la mancanza d’acqua ha anche conseguenze indirette. Ad esempio nell’Africa subsahariana il compito di andare a prendere l’acqua ricada sull’81% delle donne e delle bambine che per questo non riescono ad istruirsi. Secondo le stime dell’Onu entro il 2035 i consumi saliranno dell’85% in tutto il mondo e nel 2050 saranno 2 miliardi le persone rimaste a secco. Senza contare i cambiamenti climatici che portano sempre maggiore siccità. Solo nell’Europa del sud i livelli dei bacini fluviali potrebbero scendere dell’80%.

Italia avvelenata

In questo quadro mondiale sempre più allarmante, il sistema idrico italiano fa letteralmente acqua da tutte le parti. Secondo Legambiente in Italia non si conosce lo stato ecologico del 56% e lo stato chimico del 78% delle acque superficiali, solo il 25% ha uno stato ecologico di buon livello e il 18% passa l’esame dello stato chimico. Nel 2011 sono stati sversati nei bacini idrici 140 tonnellate di metalli pesanti, 2,8 milioni di tonnellate di sostanze inorganiche e milioni di tonnellate di sostanze organiche pericolose. In totale in Europa solo il 42% dei corsi idrici superficiali gode di buona salute. L’Italia ha ancora tempo entro il 22 dicembre per recepire la direttiva europea per la protezione della acque altrimenti sarà sanzionata.

Cosa e quanto beviamo

Siamo ancora il primo paese al mondo per consumo di acqua in bottiglia (191 litri per famiglia all’anno) anche se cresce il numero di persone che beve acqua del rubinetto, il 66,7% lo fa qualche volta, il 46% quasi sempre, con punte maggiori al nord (dati Aqua Italia). Ma la novità più preoccupante la fornisce il Wwf. L’Italia è il terzo paese importatore di acqua nascosta nei cibi: 66 miliardi di metri cubi l’anno. Si chiama impronta idrica di consumo e per il 50% è dovuta alle carni. Nel complesso ogni italiano consuma 6 mila litri ogni giorno di acqua che è servita alla produzione di beni confezionati (132 miliardi di metri cubi l’anno). Mentre la produzione italiana succhia 70 miliardi di metri cubi di acqua all’anno. L’agricoltura è il settore più assetato (85% di cui tre quarti per il bestiame), segue l’industria (15%) mentre l’uso domestico è al 7%.
Caro come l’acqua

L’Italia poi deve fare i conti con un sistema idrico disastrato. Secondo Cittadinanza Attiva la dispersione idrica nel 2011 è stata del 33% e l’acqua sprecata è costata ben 3,7 miliardi. Parallelamente crescono costantemente le bollette, anche se con grosse differenze territoriali. In generale in Italia dal 2007 si è registrato un aumento dei costi per famiglia del 43%, +7,4% solo nel 2013. Le bollette arrivano a circa 333 euro l’anno. La regione più cara è la Toscana e la città dove l’acqua è più salata è Firenze (542 euro per famiglia ogni anno).