La più brava è la più giovane, Giuditta Pini, @piccolapini su twitter. La scena: Montecitorio, mercoledì sera, commissione giustizia. Tentativo di occupazione da parte di una squadretta 5 Stelle. Il pentastellato Massimo De Rosa è trascinato via dai commessi mentre ancora brandisce il dito medio. Le astanti, un gruppo di donne pd, gli danno del «fascista». Lui strilla: «Siete arrivate qui solo perché sapete fare bene i pompini». Lei, Giuditta, replica: «Ho preso 7.100 preferenze in 3 giorni. Mi fa ancora male la mascella». Da applauso. Il giorno dopo le sue colleghe raccontano l’offesa, l’ammutolimento, l’avvilimento. Lei invece ha risposto per le rime e ha lasciato il grillino, sia consentito, in mutande, costringendolo a scuse da operetta. 29 anni, di Carpi, giovane turca, ironica. Il primo giorno di Montecitorio si è presentata con una falcemartello nel rever, era uno scherzo. Un mese dopo viene convocata da Napolitano. Stavolta è lei a pensare a uno scherzo. Invece il presidente è curioso della sua tesi di laurea sulla morale comunista. Le cronache parlamentari la conoscono come deputata scupolosa della commissione difesa, dov’è scrupolosamente scettica sugli F35.

Le sue colleghe parlano di dignità offesa. Lei l’ha presa con ironia.

Il clima a Montecitorio è brutto e quella giornata è stata orrenda. Volevano occupare la commissione, ci avevano chiuso dentro. De Rosa era totalmente fuori: paonazzo, sbraitava e insultava qualsiasi forma di vita si trovasse davanti, preferibilmente del Pd. Forse altre hanno reagito diversamente perché si sono trovate in mezzo agli spintoni. Era tutto paradossale, sembrava uno spettacolo dadaista, mancava solo una scimmia in gabbia. Ma la cosa sfuggiva di mano a tutti, non solo a De Rosa.

Così è uscita fuori la vena sessista dei 5 stelle.

De Rosa è l’italiano medio. Quella frase gli è venuta dal cuore, sincero, come quando un uomo insulta un altro uomo e dà della puttana alla madre. La sua visione era genuina: tutti gli uomini eletti sono mafiosi, tutte le donne elette hanno fatto i pompini. Una donna che ha un posto di responsabilità e potere deve aver per forza fatto favori a un uomo.

Lo pensano tanti, anche progressisti, delle vostre avversarie. Con qualche ragione di cronaca.

A sinistra abbiamo sbagliato a concedere troppo a questa mentalità, appunto anche per quello che usciva dalle inchieste. Nel 2011 il movimento «Se non ora quando» ha acceso un faro su questi meccanismi. Nel Pd non si è mai arrivati ad essere accusati di tanto. Ma se passa l’idea che in parlamento siamo tutti uguali, la cosa investe anche noi. È un problema culturale. Mi rafforza nell’intenzione di cambiare la legge elettorale per una vera parità di genere.

Lei è femminista?

No, ma queste riflessioni una donna le fa subito, al primo colloquio di lavoro. Dove le chiedono: hai intenzione di avere figli?

Gli insulti di De Rosa l’hanno offesa, infastidita, o cosa?

Sono offesa per quello che è successo in aula, gli insulti non mi offendono. Abbiamo sporto querela per ingiuria e diffamazione. I De Rosa imparino, ci sono dei limiti.

Lui si è mezzo scusato.

Guardi, ora era qua e non ha detto niente. Magari un giorno ci prendiamo un caffè e prova a spiegarsi. Neanche una parola dalle donne del M5S. Sono contrarie alla parità di genere nella legge elettorale perché dicono di averla già fatta da loro. Ma nel M5S le donne sono utili quando possono essere strumentalizzate.

Nel M5S le donne sono strumentalizzate?

Quando il questore D’Ambruoso ha dato una sberla alla deputata Lupo, hanno cominciato a dire che siamo violenti. Poi in aula hanno fatto parlare lei: solo perché era andata sui giornali. Io a un corteo ho preso le botte, ma mi sarei offesa se i miei ne avessero fatto un caso di sessismo. Poi, ovvio, D’Ambruoso non doveva darle una sberla. E loro non dovevano mordere i commessi. Ma lascino perdere l’accusa di sessismo. Piuttosto rientrino in aula e votino i nostri emendamenti all’Italicum sulla parità di genere.

Nel Pd è girato un appello di solidarietà con voi, firmato da molti uomini. Ha chiesto solidarietà?

No, ma è benvenuta. Anch’io sono solidale con i colleghi. A noi hanno detto che siamo abili a fare certe prestazioni sessuali, ma a loro hanno dato dei mafiosi.