Qual è il significato della musica? Dove e come è possibile scoprire la sua magia? Interrogativi intorno ai quali ruotano le vicende dei protagonisti di Transeuropae Hotel, il film che segna l’esordio alla regia di un lungometraggio del musicista Luigi Cinque che verrà presentato nell’ambito di alcuni festival a Maratea, Rio de Janeiro e Buenos Aires e sarà distribuito a partire da settembre.

Un’opera curiosa, che si muove intorno alle suggestioni di note e colori, tra la Sicilia e Rio de Janeiro. Il protagonista è Luigi (lo stesso Cinque), un direttore d’orchestra impegnato nelle prove di un concerto in uno studio di registrazione ricostruito in un faro accanto a una salina siciliana (vicino a Trapani, bellissimo), che decide di partire alla volta di Rio de Janeiro per scoprire di più della misteriosa scomparsa, avvenuta tempo prima, dell’amico percussionista Darcy. L’uomo non è morto, ma è stato fatto sparire da un mago per salvarlo dalle grinfie di narcotrafficanti. O almeno è quanto raccontano le due donne che gli hanno rivelato la notizia, e che lo accompagneranno nel lungo viaggio accanto all’amico Pippo (Pippo Delbono) in Brasile.

Trame e sottotrame che hanno un comune denominatore nella musica, nei brani etno jazz eseguiti da un ensemble che seguiamo nelle prove e in concerto, composto da solisti di livello come Antonello Salis, Badara Seck, Gianluigi Trovesi, Patrizio Fariselli, Josè Aranjo. Un’opera, come ha sottolineato in un’intervista lo stesso Cinque, «che vuole essere una meditazione sulla contemporaneità, sul disadattamento, sul valore della musica e della poesia oggi, sul pensiero magico e razionale, sulla convinzione che altri mondi sono possibili, sul pericolo che abbiamo di scomparire per furto di coscienza».

Un gioco di specchi che sconta qualche ingenuità ma è in molti tratti suggestivo, in particolare quando riprende luoghi e umanità della Sicilia del mito. E dove Peppe Servillo (il direttore dell’hotel) e la cantante Petra Magoni incontrano un coro di solfatari che canta armonie pregreche e preromane in un commovente crescendo. E poi il Brasile delle favelas, con la discesa nell’inferno in funicolare dei quattro protagonisti, il girovagare inquieto di Delbono. Qui Luigi cerca di ricostruire, attraverso incontri e luoghi, la vita del percussionista scomparso, dove ritmi e magia sembrano fondersi, ma hanno forse smarrito quel sapore di comunità che li caratterizzava.

Una lunga suite live chiude Transeuropae Hotel, ed è proprio sul palco che Darcy si palesa ai musicisti davanti al mare di Sicilia. Ma forse si tratta solo di una loro suggestione, nell’incanto infinito della musica.