Mentre a Roma – e a Firenze – si litiga, l’europarlamentare Gianni Pittella – candidato al congresso Pd – fa il giro dell’Italia, soprattutto del Sud, il suo ’collegio’. E trova, spiega, i militanti di pessimo umore. «In Calabria mi hanno detto: come si poteva pensare di prendere il premio di maggioranza al senato se l’80% dei candidati erano estranei alla Calabria?». Già. «Torno ora da Pomigliano d’Arco. Un circolo Pd ha fatto un’iniziativa bellissima: hanno bonificato una vecchia stazionea, e da discarica ora stanno facendo la festa dell’Unità. Ma la maggior parte dei dirigenti regionali e nazionali non vengono alla festa. Vede? Il lavoro che del territorio viene umiliato».

Le parlamentarie non hanno funzionato? Chi le ha proposte, ora le definisce un meccanismo per correnti e comitati elettorali. Ma le presentava come l’antidoto democratico al porcellum.

Il principio delle primarie è stato snaturato da regole che hanno ridotto la partecipazione. E riservato a Roma un terzo dei posti.
Quali sono le regole che non «snaturano» le primarie?

Quelle che ci sono. Tutta questa discussione è tutta da ridere. Perché ci avvitiamo in un dibattito che i cittadini considerano ozioso e lontanissimo dai loro problemi?

Preferisce le regole di Veltroni o le deroghe di Bersani?

Le regole sono: al primo turno votano gli iscritti, al secondo i cittadini. Il segretario è il candidato premier a meno che non si facciano nuove primarie al momento del voto.Qual è il dramma?

Se si elegge un candidato premier con un premier in carica, sarebbe come avere due papi: uno dovrebbe uscire di scena.

E perché? Se Renzi si candida diventa segretario. Poi nel 2015 farà nuove primarie per il premier.

Renzi, da segretario, non metterebbe a rischio il governo Letta?

No. Prodi non l’ha fatto cadere Veltroni ma Mastella. Finiamola con questa storia che i nostri segretari sono gli assassini dei nostri presidenti del consiglio. Anzi serve un segretario forte. Guai ad annulare un partito nell’azione di governo. E infatti oggi non c’è la voce del Pd, lasciamo il campo a Berlusconi e lo inseguiamo in tutte le sue fumesterie. C’è bisogno di un partito che dica la sua.

Sugli F35 il Pd ha detto la sua, ma il Consiglio di difesa di fatto ha dato ragione alla destra.
Dico la mia: io oggi non farei investimenti sugli F35. L’Italia deve pensare a costruire una difesa europea. E comunque le risorse servono tutte ai cittadini, in questo momento. Poi si vedrà.

Per D’Alema Gianni Cuperlo è il candidato ’più adatto’. Qual è il criterio per candidarsi a congresso e evitare la lotta fratricida?

Rispetto tutte le opinioni e di D’Alema ho grande stima. Il criterio è avere un contributo vero da dare al Pd. Io credo di avere una competenza europea, un respiro internazionale e un radicamento sul territorio. La gara è bella se i nomi non sono volti ma idee. Io le mie tre idee ce l’ho: un Pd che vuole cambiare l’Europa, rivedere il patto di stabilità e costruire gli stati uniti; con un progetto nel quale il Mezzogiorno sia centrale; e che capovolge la piramide e sposta il baricentro da Roma ai territori.

L’area dei bersaniani, quelli di Fare il Pd…

Permetta: come può chi ha fatto il Pd finora intitolora un documento ’Fare il Pd’?

…punta sull’Europa. Ma gli ex ppi non vogliono l’aderire al Pse.

Nel gruppo parlamentare dei socialisti e democratici europei ci sono autorevolissimi cattolici, e la contaminazione è positiva e feconda. Ma noi dobbiamo entrare nel Pse. Al congresso proporrò al voto un documento su questo.

Chiederebbe a Fioroni e Castagnetti di ’morire socialisti’?

Da dentro faremo insieme la battaglia per aprire il Pse. Se stiamo fuori dalle grandi famiglie viaggiamo su un binario morto. Alle europee del 2014 ogni famiglia politica proporrà un candidato alla presidenza della commissione: che diciamo noi? Anzi, Renzi che ne pensa? A proposito, smettiamola di considerare l’Europa come un parcheggio per personalità da richiamare poi in servizio. Se ne sente parlare anche per Renzi. Intollerabile: l’Europa è il campo di gioco principale, e una competenza complessa, non possiamo mandare gente che sta un anno e lascia. Io sono lì dal ’99.

Renzi la rottamerebbe.

Non credo. Il parlamento europeo non è quello nazionale. Non a caso io sono stato eletto vicepresidente alla terza legislatura. Se non c’è competenza e continuità si perde voce, peso e potere.