Barack Obama fa appena in tempo a stringere la mano del sindaco di Roma Ignazio Marino che l’ha raggiunto a Fiumicino e a salire sull’aereo che lo porta a Riad, che il governo Renzi cambia verso alle decisioni prese sugli f35. Sono le 11 e un minuto del mattino, infatti, quando l’Air Force One punta il muso verso l’Arabia Saudita e appena 13 minuti dopo, alle 11.14, le agenzie già battono le prime rassicurazioni di Roberta Pinotti ai generali dell’Aeronautica militare riuniti per celebrare il 91esimo anniversario dell’arma. «Stare sereni» dice il ministro della Difesa che evidentemente non ricorda l’analoga rassicurazione inutilmente fatta da Matteo Renzi e Enrico Letta.

«Il governo quando parla di Forze armate e della necessità che l’Italia continui a svolgere il ruolo che ha svolto per la sicurezza nel mondo, non può fare un passo indietro». Parole che tradotte per la platea che la sta ascoltando vogliono dire solo una cosa: anche se qualche giorno fa abbiamo detto il contrario, noi proseguiremo con l’acquisto degli f35, il discusso bombardiere prodotto dall’americana Lockheed Martin. «Quando parliamo di efficientismo non significa tagliare quello che è essenziale, ma evitare che ci siano sprechi» prosegue infatti il ministro che per l’occasione ripropone la stesura di un «Libro bianco della Difesa» che definisca una volte per tutte quali sono i rischi per l’Italia e quali contromisure adottare. Rassicurazioni alle quali si aggiungono quelle del capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza, per il quale «gli f35 non sono inutili. L’Italia non può permettersi di non avere un sistema di sicurezza efficace».

Il supercaccia della discordia è stato uno dei temi di discussione che sicuramente Obama ha dovuto affrontare più volte durante la sua due giorni romana. Di certo lo ha fatto giovedì mattina al Quirinale durante l’incontro con Napolitano. Il presidente italiano è un convinto sostenitore del programma f35, che ha difeso in più di un’occasione. Argomento che poi nel pomeriggio il presidente Usa ha frontato anche con il premier Matteo Renzi, senza però insistere più di tanto. «Capisco le vostre esigenze di risparmiare, del resto sono le stesse che ho anche io, – ha detto Obama a Renzi -. Quindi non ho obiezioni, basta che non uscite dal programma».

Resta da vedere, adesso, quanto e come le parole del ministro Pinotti si tradurranno in atti concreti. Di certo un primo effetto lo hanno avuto, ed è quello di aver riacceso nel Pd lo scontro tra l’anima più atlantista e quella contraria a investire miliardi di euro sul bombardiere americano. Ma soprattutto decisa a difendere il diritto del parlamento a decidere sulle spese della difesa, come stabilito da una legge approvata l’anno scorso. Una decisione mai digerita da Napolitano convinto che simili prerogative spettino al governo. Al punto che, pur di evitare le conclusioni di un’indagini sui sistemi d’arma condotta dalla commissione Difesa della Camera, favorevole a una riduzione del numero di caccia da acquistare, ma soprattutto preoccupato dai tagli annunciati dal governo, come contromossa ha convocato il Consiglio superiore della Difesa, da lui presieduto, decidendo di sospendere tutto fino a quando il Libro bianco di cui ha parlato anche il ministro Pinotti non sarà pronto. Aggirando così problema ma di fatto scavalcando il parlamento.

L’improvvisa inversione di marcia suscita la reazione di Beppe Grillo, che attacca Obama. «Viene in Italia per venderci il gas e gli f35», dice il leader del M5S. Ma critiche arrivano anche da Sel: «Prima la marcia indietro sulla necessità di superare il vincolo del 3% successiva all’incontro berlinese con la cancelliera tedesca. Oggi, dopo l’incontro con il presidente americano, prima la ministra Pinotti e poi il capogruppo del Pd Speranza preparano l’ennesimo voltafaccia sugli f35. Abbiamo capito che il governo e i suoi annunci sono del tutto inaffidabili», afferma il coordinatore Nicola Fratoianni. Il pd Carlo Galli, membro della commissione Difesa, riprende invece la questione del Libro bianco e avverte: «La sua utilità e importanza sono condivise da larga parte della nostra commissione, che nel frattempo ha prodotto un’indagine sui sistemi d’arma da cui non si potrà prescindere». «Con tutto il rispetto per Obama – dice invece il leader dell’Udc Pierferdinando Casini – non credo che possa fornirci la lista della spesa in ordine ai nostri acquisti di materiale bellico». Per il verde Angelo Bonelli, infine, insistere con l’acquisto degli f35 «è un insulto all’Italia che non ce la fa».