Lo sciopero dei taxi che sta paralizzando le principali città spagnole rischia di continuare ancora a lungo. I tassisti protestano contro la deregulation del settore che, nei fatti, permette a imprese come Uber o Cabify di occupare la loro nicchia di mercato, ma senza sostenere le spese o sottostare alle stesse regolamentazioni del settore. In più, i conducenti dei veicoli Vtc (veicoli da turismo con conducente) sono false partite Iva che, con la scusa della flessibilità, le multinazionali sfruttano, pagandoli una miseria, un po’ come accade ai distributori in bicicletta di Glovo o Deliveroo, che ormai sono ovunque nelle principali città spagnole.

La protesta è iniziata la settimana scorsa a Barcellona e si è estesa a Madrid e altre grandi città. Lo scontento dei tassisti si trascina da tempo. La scintilla che ha fatto scoppiare l’incendio è un regolamento approvato dall’autorità metropolitana di Barcellona, e promosso dalla sindaca Colau, che tentava di applicare la proporzione di 1 licenza Vtc per ogni 30 taxi, prevista dalla normativa (oggi in Spagna la proporzione reale è 1 a 7), imponendo una licenza addizionale per chi voleva lavorare nel territorio urbano. Questo regolamento è stato impugnato da un funzionario del ministero dei trasporti nominato dal governo Rajoy e che, in seguito a questa decisione presa senza consultare i superiori, è stato sospeso dal suo incarico. Il governo voleva studiare con calma la questione (intanto, il ministero ha ritirato il ricorso, che invece la commissione competitività ha mantenuto). Un Tribunale catalano ha sospeso il regolamento.

È contro questa sospensione che hanno iniziato la protesta i tassisti. Per giunta, un giudice venerdì ha deciso di mantenere la sospensione con l’argomento che il comune aveva invaso competenze statali, e allora i tassisti hanno dichiarato uno sciopero permanente, con un’altissima partecipazione. Nei giorni precedenti, a parte blocchi di strade, autostrade e accessi agli aeroporti delle città – Barcellona e Madrid hanno vissuto momenti difficili – si sono contati anche alcuni episodi di violenza contro veicoli e conducenti Vtc.

Ieri il ministero dei trasporti ha visto i rappresentanti dei tassisti, che hanno proposto di passare la competenza sulle licenze alle comunità autonome e di sospendere la concessione di nuove licenze Vtc. Sembra che il governo sia intenzionato ad accettare molte delle richieste dei tassisti, ma non si sa se già nel prossimo consiglio dei ministri venerdì o se si dovrà attendere settembre. L’idea comunque è quella di affrontare il problema globalmente e non di tamponare solo l’emergenza.

D’altro canto i portavoce delle società che fanno riferimento alle multinazionali Cabify (80% del mercato) e Uber difendono la libera concorrenza contro il monopolio dei taxi, e che anche loro devono sostenere delle spese che invece i tassisti possono dedurre.
Ieri notte alle 22 i tassisti di Barcellona si sono riuniti per stabilire se continuare lo sciopero indefinito. Probabilmente il caos continuerà almeno fino alla prossima riunione al ministero, mercoledì.