Proprio ieri Papa Francesco, citando una frase dell’Antico Testamento, ha trovato una risposta sul perché l’uomo non ha ancora preso coscienza degli effetti del cambiamento climatico: «L’uomo è uno stupido».

Detto mentre a Livorno si contano i morti – ieri sono saliti a sette – forse saranno fischiate le orecchie anche ai diversi attori istituzionali che in queste ore concitate si sono fatti trascinare dalle polemiche sul codice di allerta diramato dalla Regione Toscana (secondo il sindaco di Livorno Filippo Nogarin il codice arancione avrebbe sottostimato l’emergenza maltempo, per il governatore Enrico Rossi invece la procedura sarebbe stata regolare).

Con meno autorevolezza ma con altrettanto buon senso anche l’intervento del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ieri è servito a suggerire almeno di abbassare i toni di una schermaglia politica che ai più è sembrata molto sconveniente: «A Livorno invito tutte le istituzioni a collaborare senza fare polemiche, mettendo al centro la comunità». Le tensioni restano, ma almeno la disputa è stata congelata per qualche giorno. È servito anche a questo – a evitare di sbranarsi mentre in città è stato dichiarato lo stato di emergenza – il vertice che si è tenuto ieri in prefettura alla presenza del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. «Questi eventi non sono più emergenze ma sono ormai la normalità – ha detto il ministro – lo dico senza polemica, i sindaci si impegnino sulla manutenzione ordinaria della città, le Regioni si impegnino a spendere le risorse per la lotta al dissesto». I soldi per intervenire, ha precisato il ministro, ci sono e dunque vanno utilizzati.

Galletti ha anche riconosciuto alla Toscana un sistema di allerta di ottimo livello, «uno dei migliori sistemi d’Italia». Anche se, ha aggiunto, anziché 20 laboratori meteo, uno per ogni regione, «sarebbe meglio avere un unico meteo italiano a livello centrale». Al vertice, alla presenza del sindaco Nogarin e del governatore Rossi, entrambi risoluti a evitare la rissa politica, sono state prese decisioni operative. Come l’intervento sui tre torrenti che hanno causato il disastro: il rio Ugione, il rio Maggiore (che ha allagato il palazzo di via Nazario Sauro dove si è consumata la tragedia), il rio Ardenza e il Chioma. Rossi ha chiesto finanziamenti per intervenire e Galletti si è impegnato a esaminare i progetti per portare alla luce i torrenti interrati e ripulire i corsi d’acqua.

Lo stesso sindaco di Livorno, a vertice concluso, ha sottolineato lo spirito di collaborazione tra istituzioni. «Siamo al lavoro senza sosta e non abbiamo tempo né voglia di andare avanti con le solite sterili polemiche. Nel corso dell’incontro è stato annunciato lo stato di emergenza da parte del presidente Rossi che, una volta firmato, consentirà di mettere in campo i primi interventi necessari alla ricostruzione e al ripristino del territorio».

Quanto al ministro Galletti, «ha garantito il massimo sostegno dello Stato».