La settimana di mobilitazione contro i cambiamenti climatici inizierà domani e ha già ottenuto l’approvazione di molte figure della politica e dello spettacolo, non ultima, nelle scorse ore, quella di un esponente del governo, il ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti. A margine della presentazione della «Notte della ricerca», il neo-ministro dell’istruzione ha annunciato che venerdì 27, giorno in cui è previsto lo sciopero in Italia, sulla facciata del Miur verrà apposto un banner per segnalare l’impegno istituzionale a difesa dell’ambiente. «Io la considero una bellissima iniziativa, è in realtà la lezione più importante che i ragazzi possano frequentare» ha aggiunto Fioramonti.Oggi è in discussione al consiglio dei ministri il «decreto clima», mentre domani davanti a Montecitorio è prevista la conferenza stampa di apertura della settimana di mobilitazione di «Fridays For Future» (Fff).

«Siamo contenti del sostegno del Ministro» dice David Wicker, 14 anni, di Fff Torino «ma sarebbe stato più utile se avesse mandato una circolare ai presidi delle scuole per chiedere di non contare come assenza ingiustificata la partecipazione allo sciopero del 27, questo faciliterebbe la partecipazione visto che non sempre i genitori sono disposti a firmare una giustificazione. Inoltre chiediamo che l’educazione climatica sia inserita nei programmi delle scuole». In Italia le iniziative di protesta saranno dislocate in 116 città e la settimana si concluderà con lo sciopero del 27, al quale oltre alla rete «Fridays For Future» e i movimenti ambientalisti hanno aderito anche i sindacati di base (Cobas, Usb, Sisa e Usi Surf) e la Flc Cgil per il settore della conoscenza.

L’evento ha una portata globale, e alla sua terza edizione si candida a diventare una delle proteste di massa più numerose della storia. Sono infatti per ora oltre 3600 le città coinvolte dallo sciopero tra il 20 e il 27 settembre, si inizia domani da New York, dove sono attese oltre un milione di persone. Sempre a New York lunedì 23 si terrà il Climate Action Summit dell’Onu nel quale si discuteranno le strategie e misure da intraprendere sul piano internazionale, tra gli obiettivi principali la riduzione delle emissioni di gas serra.

La rete «Fridays for Future», che sul suo sito esplicita due paletti fondamentali, il fatto di essere un movimento non violento e la sua natura «politica ma apartitica», ha dato vita nei mesi scorsi a una campagna diffusa a livello locale. Sul sito infatti c’è un documento scaricabile, il kit su come realizzare la «Dichiarazione di emergenza climatica», una mozione da far approvare ai consigli comunali e a quelli scolastici. Per ora sono già 27 le città italiane che hanno approvato la mozione, in alcuni casi, come a Torino,il comune si è impegnato a sottoporre al movimento ambientalista un report bimensile sui progressi in materia ambientale. «Il fatto che si dichiari l’emergenza climatica ha un valore simbolico e serve anche a mobilitare le istituzioni locali affinché facciano pressione sul governo centrale» aggiunge David, portavoce di Fff, che poi conclude «È importante che si usi la parola emergenza, non possiamo più chiamarlo solamente cambiamento climatico, perché purtroppo di un’emergenza si tratta».