Il ministro degli Interni iracheno al-Ghabban si è dimesso ieri dopo la strage dell’Isis che domenica ha ucciso 213 persone a Baghdad.

Già nel mirino delle proteste sciite guidate dal religioso al-Sadr a maggio e giugno, ha capitolato ieri ammettendo l’incapacità del governo a garantire sicurezza: i checkpoint agli ingressi delle città «sono inutili», ha detto, e l’esecutivo non è in grado di organizzare le diverse forze di sicurezza «in un piano unico».

Ovvero esercito, polizia locale e polizia federale, servizi segreti operano ognuno per conto proprio. In più, aggiunge l’ex ministro, due agenzie di intelligence, due direttorati del Ministero e svariati comandi locali si accavallano. Ma nessuno riesce a fermare un’auto carica di esplosivo diretta a Baghdad