Henrique Pizzolato deve scontare il carcere in Brasile: 12 anni e 7 mesi. Il Governo italiano, attraverso il ministro della Giustizia Andrea Orlando, ha detto sì all’estradizione del sindacalista italo-brasiliano, vicino all’ex presidente Lula da Silva. La decisione arriva dopo l’ok della Cassazione. Ora, lo stato brasiliano avrà un termine legale di 20 giorni, prorogabile per altri 20, per ottenere l’ex direttore marketing del Banco do Brasil.

Pizzolato ha sempre negato ogni coinvolgimento nei fatti del “Mensalao”, lo scandalo per tangenti ai politici che ha interessato anche l’entourage dell’allora presidente Lula, nel 2005.

Un processo-farsa, secondo i legali di Pizzolato, definito un capro espiatorio in una vicenda giudiziaria dalle forti implicazioni politiche. “E’ terribile per un innocente accusato di fatti che non ha commesso sapere che il giudice che ha condotto il processo ha nascosto le prove in suo favore in un fascicolo parallelo dicendo che altrimenti il processo non avrebbe mai avuto fine”. Così dice Andrea Haas, la moglie di Pizzolato, che lo ha seguito in Italia, dove si era rifugiato.

Dopo il ribaltamento di una prima sentenza, che aveva negato l’estradizione, Pizzolato è andato in carcere a Modena, dove ora si trova, nel febbraio del 2014. Un caso che evidenzia l’uso politico della magistratura da parte delle destre, deflagrato poi con il grande scandalo per corruzione che interessa la petrolifera di stato Petrobras. E che vuole far cadere l’attuale presidente, Dilma Rousseff.

Appena appresa la notizia, ha esultato infatti la deputata italo-brasiliana Renata Bueno (Usei): “Il ministro Orlando sarà visto come un eroe da molti brasiliani – ha dichiarato – non dev’essere stato facile fuggire alla tentazione di ripagare con la stessa moneta un errore imperdonabile commesso dal Brasile nel negare l’estradizione al pluriomicida Cesare Battisti”.

E sono in molti, nel governo italiano e in Brasile a volere la testa di Battisti, ex militante delle formazioni armate di sinistra degli anni ’70, fuggito in Brasile e accolto come rifugiato da Lula. Questi due link (qui e qui) raccontano le illegalità compiute ai suoi danni anche di recente.

Intanto, sembrano ormai cadere nel vuoto i numerosi appelli e le lettere indirizzate al ministro della Giustizia italiana da molti sindacalisti, movimenti sociali ed ecclesiastici che sostengono la causa di Pizzolato. Hanno scritto a Orlando anche 21 senatori Pd, tra cui il Senatore Luigi Manconi, Presidente della Commissione Diritti umani del Senato.

E per il sindacalista in attesa di estradizione è stato creato anche un blog