Lo chiamano «metodo Draghi»: sulle nomine decide il presidente del consiglio con il fidato ministro dell’economia Daniele Franco. Senza consultare i partiti. Questa volta il meccanismo entra in rotta di collisione con tutte le forze politiche e costringe il nominato a rinunciare. La scelta era caduta su Ugo De Carolis come amministratore delegato di Anas. La notizia scatena una bufera politica trasversale. De Carolis è stato alto dirigente di Atlantia, la società che aveva in gestione la rete autostradale e che ne è uscita in seguito alle polemiche e alle indagini sul crollo del ponte Morandi di Genova, di cui tra dieci giorni ricorrerà il terzo anniversario.

VICINO AI BENETTON e all’ex amministratore di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, De Carolis è stato al vertice della società che gestisce Telepass oltre che Ad di Aeroporti di Roma, società controllata al 93% dalla holding. Ha dovuto fare un passo indietro in seguito ad un caso che lo ha coinvolto. Nel mese di gennaio, mentre stava per essere l’agenzia di rating Fitch stava per abbassare il rating sul debito di Atlantia e delle controllate Autostrade per l’Italia e AdR, in seguito alle notizie sulle modifiche alle concessioni autostradali inserite nel decreto Milleproroghe, De Carolis vendette 27 mila azioni del gruppo. L’operazione aveva un valore di circa 573 mila euro e finì tra le segnalazioni di Borsa riguardanti le «persone rilevanti». A quel punto arrivarono le dimissioni.

«CHIEDIAMO al governo di riferire al parlamento sull’ipotesi di nomina di Ugo De Carolis come ad di Anas, di cui abbiamo appreso dagli organi di stampa», dice in aula alla Camera Edoardo Rixi della Lega mentre è in corso la discussione generale sul decreto Pa. Anche Federico Fornaro, di Leu, interviene a Montecitorio: «È talmente evidente l’inopportunità di una nomina come questa, dal Ponte Morandi alla vicenda Atlantia, che siamo davvero curiosi di ascoltare cosa avrà da dirci il governo».

IL SETTORE in cui opera Anas è investito in maniera considerevole dai fondi che arriveranno dal Recovery Plan: 30 miliardi da investire in innovazione delle infrastrutture e ammodernamento dei trasporti. La Spa è da più di tre mesi in regime di prorogatio dopo che i vertici sono scaduti con l’approvazione del bilancio e dal 2018 è entrata nel gruppo Fs. Sulla nomina dei vertici deve esprimersi il ministero dell’economia in quanto azionista dell’impresa pubblica che gestisce le linee ferroviarie e il trasporto pubblico locale. Secondo gli scenari che circolavano fino a ieri, accanto alla nomina di De Carolis come Ad ci sarebbe stata quella del generale di corpo d’armata della Guardia di finanza Edoardo Valente come presidente.

PER I DEPUTATI del Pd Davide Gariglio e Franco Vazio, «nominare De Carolis alla guida di Anas rappresenta uno schiaffo agli italiani ed una scelta non solo incomprensibile». «De Carolis – proseguono i due deputati – è un manager dello stesso gruppo industriale che, attraverso Aspi, ha gestito disastrosamente il sistema autostradale, mettendo in ginocchio il Paese e la Liguria in particolare; un gruppo a cui la magistratura imputa di aver preferito una politica imprenditoriale volta alla massimizzazione dei profitti a scapito della sicurezza delle strade». Il senatore M5S ed ex ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli, giudica l’ipotesi De Carolis «inconcepibile e inaccettabile, pertanto chiediamo al più presto chiarimenti al governo e al ministro Giovannini». Sembrano d’accordo anche i renziani: il deputato Michele Anzaldi mette in guardia Draghi: «C’è il rischio che il suo curriculum candido si trasformi in curriculum dalmata». Coglie la palla al balzo Luca Ciriani, capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia, per invitare le forze di maggioranza a firmare un ordine del giorno contro la nomina, da presentare nella discussione prevista per oggi di un decreto sui trasporti. Ettore Licheri, capogruppo M5S a Palazzo Madama, a raccoglie le adesioni di tutti i capigruppo eccetto Italia Viva. Poi il passo indietro di De Carolis.