Un menestrello originale e insolito si aggira per lo stivale. Si chiama Sandro Joyeux, chitarrista francese, globetrotter, cittadino del mondo, che ha creato un ponte tra l’Università di Lille, l’Orientale di Napoli (luoghi che l’hanno ospitato, accolto e molto apprezzato i suoi show) e le comunità africane migranti. Da qualche anno si esibisce in giro per l’Italia, grazie all’amicizia con lo sceneggiatore partenopeo Giuliano Miniati diventato quasi il suo manager, creando un’ondata d’entusiasmo tra i suoi giovani sostenitori, per la freschezza delle idee e delle sonorità musicali. Protagonista lo scorso autunno dell’Antischiavi Tour, il viaggio nelle campagne italiane, dal Piemonte a Rosarno, per i diritti dei braccianti agricoli.

«Ogni volta – racconta Sandro – mi sembrava di essere per queste genti una sorta di saltimbanco, un giullare. E l’idea di regalare a queste persone la possibilità di esprimersi attraverso la musica e il loro dialetto mi è piaciuta subito. Sembrava sempre una festa interculturale». Adesso è uscito il suo primo disco, con parole bambarà, kassonké (Mali), wolof (Senegal), pidgin nigeriani e ivoriani, i dialetti che Sandro Joyeux (questo il titolo del disco) canta accompagnato dalla sua chitarra. Suoni legnosi e acustici raccontano un viaggio nell’Africa di ieri e di oggi attraverso 11 tracce, tra brani originali e rivisitazioni di canzoni storiche del continente nero. Registrato tra Napoli, Roma e Lille nel 2012 e prodotto da Mr. Few, il disco è la summa dell’esperienza dell’artista francese che ha viaggiato tra l’Africa e l’Europa.
Mezzo milione di chilometri con la chitarra sulle spalle per raccogliere tradizioni, dialetti e suoni del sud del mondo: dalla Puglia al Marocco, da Bamako a Parigi. Da qui la scelta di fondere ritmi afro-folk alla tradizione cantautoriale francese e di utilizzare strumenti come la calebasse e il tama. Il disco, che sarà venduto solamente in occasione dei live, vede la partecipazione di 13 musicisti provenienti da cinque diversi Paesi: tra questi Daniele Sepe al sax, Madya Diebaté alla kora, Moussa Traore alle percussioni e la voce di Ilaria Graziano.
Il suo lunghissimo tour, partito da Lamezia Terme, toccherà il Pigneto Spazio aperto di Roma il 28 luglio e poi date in Sicilia Calabra e una puntatina svizzera a Locarno e Lugano.