Ieri sono morte 87 persone per il Covid-19 e ora il bilancio complessivo è di 33.229 vittime. Altri 516 persone sono risultate positive al tampone, e in totale superano quota 232mila. Dopo tre giorni consecutivi di accelerazione del contagio, il numero di nuovi positivi cala rispetto ai 593 di giovedì. Non cambia la distribuzione geografica dei nuovi casi, che si sono concentrati per il 69% in Lombardia (354).

Nonostante l’aumento degli scorsi giorni, su base settimanale la media dei nuovi casi giornalieri è scesa a 513 casi, mentre la scorsa settimana era stata di 682 casi. Il calo è stato del 25%. Invariato o quasi il numero dei tamponi: se ne fanno circa 62mila al giorno. Più marcato il calo dei decessi, passato da 144 a 88 vittime giornaliere in media. Ora i test riescono a rilevare un maggior numero di infezioni con sintomi lievi, mantenendo elevato il numero dei casi rispetto a quello delle vittime. Tra i casi attualmente positivi, solo l’1% è ricoverato in terapia intensiva.

INSIEME AI DATI NAZIONALI, la cabina di regia tra governo, Istituto superiore di sanità e regioni ha diffuso anche i primi dati sull’andamento dell’epidemia regione per regione. Solo in Molise l’indice Rt ha superato il valore soglia di 1, giungendo fino a 2,2. Vicini al limite massimo anche l’Umbria (0,94) e il Friuli Venezia Giulia (0,9). Ma questo non è di per sé preoccupante, in quanto si riferisce a una regione con un numero assoluto di casi molto limitato in cui basta una piccola oscillazione per far risalire Rt.

Per la definitiva riapertura delle regioni non conta solo l’indice di contagiosità. «L’Rt uguale a uno è diventato un mantra, forse anche in modo eccessivo perché su piccoli scostamenti del valore si costruisce un dramma» ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro durante l’audizione davanti alla Commissione Bilancio della Camera, per prevenire polemiche sui nuovi sforamenti. È più importante la capacità delle regioni di tenere sotto controllo eventuali nuovi focolai in vista dell’estate, e soprattutto dell’autunno. Per gli scenari che immaginiamo, in autunno una patologia come il Sars-cov-2 si può maggiormente diffondere e si può confondere con altre sintomatologie di tipo respiratorio», ha detto Brusaferro. «La famosa ipotesi della seconda ondata è collegata a questo, che, dal punto di vista tecnico scientifico è un dato obiettivo».

LO SCENARIO PESSIMISTICO evocato da Brusaferro richiede una risposta immediata, secondo Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di base. Scotti ha proposto di avviare subito la vaccinazione anti-pneumococco per evitare la sovrapposizione tra influenza stagionale, polmoniti e l’epidemia da Covid. «Non possiamo aspettare che in novembre i centri vaccinali e gli ambulatori dei medici di famiglia vengano presi d’assalto», ha detto Scotti. «Questo fa capire che la vaccinazione contro lo pneumococco e contro l’influenza sono fondamentali anche per il contenimento del coronavirus».

L’IMMUNOLOGO Fabrizio Pregliasco sottolinea invece la necessità di preparare gli ospedali a un nuovo tsunami: «Nel caso peggiore in cui si dovesse avere una seconda ondata di Coronavirus in autunno, più posti in terapia intensiva sono una garanzia». Pregliasco, oggi supervisore scientifico del Pio Albergo Trivulzio, difende la scelta di spendere 17 milioni di euro per costruire un reparto alla Fiera di Milano oggi inutilizzato. «È come per l’airbag, ci si augura che non debba mai entrare in funzione ma è meglio che ci sia perché è un salvavita». Toccherà alla Regione decidere sulla sua eventuale chiusura.

IN REALTÀ, I PAESI che hanno reagito meglio alla pandemia, come la Germania, non hanno sconfitto il virus negli ospedali ma sul territorio, con una campagna capillare di tracciamento e di test prima che il virus si abbattesse sulle terapie intensive. L’esperienza positiva rende ottimista il virologo tedesco Christian Drosten, sull’ipotesi di un’ondata autunnale. «Conosciamo meglio il virus, sappiamo di più sulla sua diffusione», ha detto in un’intervista a Der Spiegel. «Forse possiamo evitare un secondo lockdown».