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La Sea-Watch 3 è tornata in mare, diretta verso il Mediterraneo centrale. La nave diventata famosa per lo scontro tra l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini e la capitana Carola Rackete era stata sottoposta a fermo amministrativo dalle autorità italiane l’8 luglio scorso. Da settembre si trovava nel porto di Burriana. Si è lasciata alle spalle le coste spagnole il 19 febbraio, poche ore dopo che il governo Draghi, con tre ministri della Lega al suo interno, ha ricevuto la fiducia dal Parlamento. Il nostro inviato Giansandro Merli è a bordo per vedere da vicino e raccontarvi in presa diretta quello che accade nel Mediterraneo

La diretta dalla Sea-Watch 3

Giansandro Merli al termine della missione di soccorso della Sea-Watch 3 nel Mediterraneo si trova sull’imbarcazione attraccata al porto di Augusta in quarantena in attesa di poter sbarcare. In questa chiacchierata ci racconta l’esperienza del soccorso in mare, la storia della navi ong e gli ostacoli di cui è disseminato il loro percorso. Sullo sfondo il dramma ma anche la speranza di tante persone che solcano il mare per sfuggire alla miseria e alla violenza.

1/La partenza.

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La Sea-Watch 3 lascia finalmente il porto spagnolo di Burriana, dopo sei mesi. L’ultima missione risale a giugno 2020. Poi la nave ha ricevuto un fermo amministrativo dalle autorità italiane con una procedura che sarà esaminata dalla Corte di giustizia Ue. Dopo sei mesi di lavori punta la prua verso il Mediterraneo centrale

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2/Hugo, capomissione.

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Nel Mediterraneo sono stati due giorni intesi: 840 persone riportate con la forza in Libia, 680 sbarcate a Lampedusa, un naufragio durante un soccorso di Guardia costiera e Guardia di finanza e 102 salvati dalla nave umanitaria Aita Mari. Gli aggiornamenti dal mare e un’intervista a Hugo, capomissione di Sea-Watch 3

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3/La flotta civile.

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Le missioni nel Mediterraneo centrale sono iniziate nel 2014, dopo che il governo Renzi ha interrotto l’operazione Mare Nostrum. In sette anni hanno salvato decine di migliaia di vite. Il centralino Alarm Phone, gli aerei di Sea-Watch e Pilotes Volontaires, le navi in mare e quelle in arrivo: una breve storia della flotta civile

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4/Aniek, il medico di bordo.

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In una settimana almeno 1.315 persone sono state riportate con la forza in Libia, secondo i numeri dell’Oim. Al momento non ci sono navi umanitarie nella zona di ricerca e soccorso. Intanto la Sea-Watch 3 continua la navigazione. Aniek Crombach, medico di bordo, ci porta nell’ospedale della nave

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5/La criminalizzazione della solidarietà.

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Contro le Ong che praticano il soccorso in mare sono stati aperti numerosi procedimenti penali. Poche volte si è invece parlato dei numeri importanti: decine di migliaia di vite salvate, centinaia di attivisti e volontari degli equipaggi, tantissimi sostenitori che rendono possibili le missioni

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6/Joan, alla guida del Rhib.

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Il ragazzo spagnolo, 36 anni, questa mattina era alla guida del gommone di salvataggio che per primo ha approcciato il gommone giallo su cui viaggiavano 45 persone. Ora sono al sicuro sul ponte di poppa della Sea Watch 3. Tra loro ci sono un bebè, una bambina, 5 donne e 13 minori non accompagnati.

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La rotta

In mare non ci sono incroci o semafori rossi. La navigazione segue una linea quasi retta, modificata all’occorrenza in base al maltempo o alla profondità delle acque. Il moto è lento e incessante. La velocità media della Sea-Watch 3 è di 7,2 nodi, poco più 13 chilometri orari. Durante questa missione ha percorso in 12 giorni 2.072 miglia nautiche, 3.837 chilometri

Diario di bordo

La Sea-Watch 3 è stata costruita in Giappone nel 1972 come rifornitore offshore e varata l’anno successivo nel porto di Rio de Janeiro. È lunga 51 metri e alimentata da due motori da 813 kw. Nel 2015 ha iniziato a operare come nave di ricerca e soccorso per Medici senza frontiere con il nome di Dignity I. Nel 2017 è stata acquistata da Sea-Watch. Inizialmente batteva bandiera olandese, poi tedesca. È stata detenuta dalle autorità maltesi e italiane in diverse occasioni, ma ogni volta è tornata libera e ha ripreso a solcare il mare (foto di Selene Magnolia)

I preparativi

La Sea-Watch 3 è rimasta ancorata nel porto spagnolo di Burriana dal 22 settembre 2020 al 19 febbraio 2021. Lo ha potuto raggiungere da Palermo con un’«autorizzazione di viaggio singolo» rilasciata dalle autorità italiane, che ne avevano decretato il fermo amministrativo accusandola di alcune carenze. La procedura che ha portato alla detenzione della nave è stata contestata dalla Ong che ha fatto ricorso al Tar. Il Tribunale amministrativo di Palermo ha rimesso gli atti alla Corte di giustizia Ue. Lunedì 15 gennaio, intanto, le autorità spagnole hanno effettuato un «controllo dello Stato di approdo» e dato luce verde per la navigazione. La Sea-watch 3 è stata giudicata a norma anche dallo stato di bandiera, la Germania, e dall’ente di classificazione navale tedesco. Nei mesi precedenti alla partenza, professionisti e volontari si sono alternati per adeguare la nave e renderla ancora più sicura. I 22 membri dell’equipaggio sono solo la punta dell’iceberg delle decine di persone che lavorano a una missione. Prima, durante e dopo. Dietro di loro ci sono le migliaia di sostenitori delle operazioni umanitarie nel Mediterraneo: solo nel 2020 Sea-Watch ha ricevuto donazioni da 16.500 persone. La Ong è attiva dal 2015 ed è stata coinvolta nel soccorso di 37mila persone. A oggi conta di due navi, la Sea-Watch 3 e la Sea-Watch  4, e due aerei di monitoraggio, Moonbird e Seabird

La vita a bordo

Per chi è andato a dormire la giornata inizia intorno alle 8 con la riunione mattutina. Si fa il punto sulla situazione generale e si ripartono i compiti tra i dipartimenti. A gruppi di due si fanno le pulizie nei diversi pezzi che compongono la nave. Si pranza alle 12 e si cena alle 18. La cucina è vegana, ma chi vuole può aggiungere al piatto formaggi o affettati. La giornata è divisa in sei turni di guardia di quattro ore. Due a testa, ogni giorno, con diverse responsabilità: controllare la rotta, garantire la presenza nella sala macchine, mantenere un presidio sanitario, vigilare sulla sicurezza dei diversi ambienti. La nave non dorme mai

L'equipaggio

Comandante, capomissione, direttore di macchina, primo e secondo ufficiale di coperta, nostromo, secondo e terzo macchinista, due marinai, cuoca, dottoressa, paramedico, infermiere, piloti dei due gommoni di salvataggio, coordinatore delle operazioni di soccorso, mediatrice culturale, coordinatrice dell’area di recupero, ingegnere informatico, due giornalisti. Sono i 22 membri dell’equipaggio della Sea-Watch 3. Sette donne e quindici uomini. Il più giovane ha 22 anni, la maggior parte meno di 35. Vengono da Germania, Olanda, Francia, Italia, Scozia, Spagna, Austria e Australia. Ognuno di loro ha competenze specifiche nel dipartimento di cui fa parte: ponte di comando, sala macchine, cucina, area medica, ricerca e soccorso, accoglienza, comunicazione. Tutti insieme collaborano per rendere possibile la navigazione.