In questi ultimi giorni sono avvenuti in successione rapidissima alcuni fatti che configurano per noi italiani la perdita della libertà e l’ingresso nel regno della menzogna e della violenza, sotto forma di un Colpo di Stato annunciato con la brutale sfrontatezza con cui un lupo entra nell’ovile.

Questi fatti e questo annuncio prefigurano nel prossimo futuro un governo di tipo nazi-fascista (non importa la sigla, ma importa la memoria), incentrato sulla persecuzione di popolazioni più deboli, identificate come africani e rom, per attuare la quale vengono minacciate altissime sanzioni e prigionia a chi si volesse opporre. Con questo vecchio pretesto si prepara uno stato di polizia, che garantisca l’impunità a chi governa e ponga i nuovi ‘sudditi’ in una condizione di perenne punibilità (basta mettere un cittadino nella condizione di agire contro la propria coscienza, per ottenere lo scopo).

Per fronteggiare questa situazione – che ormai appare chiara a tutti – si sentono ventilare ipotesi di governi alternativi: un governo Pd-5Stelle, un governo a larghe intese che va da Forza Italia al Pd.
Ipotesi continuamente smentite da grida di indignazione, sconfessate dagli stessi proponenti, disdette e ‘smascherate’ di volta in volta, come se la politica si fosse rintanata in una perpetua mosca cieca.

Se mai da questa confusione nascesse ugualmente una soluzione alternativa, sarebbe attuata senza convinzione e guardata senza fiducia. E tuttavia, sarebbe comunque quello che si usa chiamare «un male minore».

Noi speriamo dunque in un male minore. E ci prepariamo ad assistere rassegnati alla nostra indecorosa salvezza.

Ma deve andare così? No, non deve andare così.

Ci sono quasi 50 milioni di italiani che non vogliono cadere in una dittatura stolida e crudele, che non vogliono né affogare migliaia di derelitti, né stare alla mercé delle maree, e tanti che rifiutano che la lingua dell’orco sostituisca la bella lingua italiana.

Questa gente, che siamo noi, deve oggi appellarsi alla propria onestà e fierezza, per dire vigorosamente di no, scendere in piazza per scandire il suo no, solo questo: NO. Ritrovarsi nelle strade come una grande fiumana a dire il proprio comune No. Non saranno loro, non saremo noi, a trovare la soluzione alternativa, ma daremo al capo dello Stato la forza di fare da diga, e ai politici quella di tornare sobri e volgere al decoro del paese tutte le forze della ragione.

Dice il Cantico dei Cantici: Prendete le volpi, le piccole volpi che danneggiano le vigne, perché le nostre vigne sono in fiore.

Spetta ai politici proteggere le vigne, ma spetta a noi dire loro di farlo, perché le vigne sono nostre e a noi devono renderne conto.