Il primo film girato da un giapponese nell’arcipelago risale al 1897, poco più di un decennio dopo, nel 1909, segue l’uscita della prima rivista dedicata alla nuova e nascente arte. Ma è dal 1910 in poi che l’energia di un vero e proprio movimento di cultori di questo nuovo mezzo espressivo e delle sue potenzialità, si riverserà sulle pagine di carta in una moltitudine di pubblicazioni, per lo più amatoriali e create da studenti universitari. È il periodo del cosiddetto Movimento del Cinema Puro, che si coagula nel 1917 in una sorta di manifesto scritto da Norimasa Kaeriyama, dove viene specificato come il cinema debba differenziarsi dal teatro e trovare una sua grammatica specifica, ponendo come modello i film prodotti al di fuori del Giappone, negli Stati Uniti specialmente.

È in questo contesto che l’undici luglio 1919 esce il primo numero di «Kinema Junpo», rivista dedicata alla settima arte che ha quindi da poco festeggiato i suoi primi cento anni.
La rivista, che è a tutt’oggi la pubblicazione del settore più letta e diffusa nel Sol Levante, nella sua prima forma usciva per tre volte al mese e, come detto, era dedicata esclusivamente al cinema occidentale. Nel corso di questi cento anni naturalmente è cambiata nella forma e nei contenuti: ora oltre ad ospitare critiche dei film in sala o di quelli che stanno per uscire in Giappone, pubblica spesso speciali dedicati ad attori o registi o ad alcuni lungometraggi di particolare interesse. Si tratta di una rivista che si rivolge all’appassionato di cinema, ma che approccia la settima arte spesso partendo da un punto di vista abbastanza «popolare», non offrendo cioè delle vedute particolarmente trasgressive o fuori dagli schemi.

Nonostante ciò, la sua importante e lunga storia la rende una pubblicazione di riferimento soprattutto per lo storico del cinema interessato a come i film e la società in cui sono stati prodotti si siano evoluti dagli albori della settima arte fino ad oggi. Solo scorrere le copertine di questi cento anni ad esempio (alcune gallerie di fotografie si trovano in rete) è come percorrere la strada di un lungo viaggio fra generi, movimenti ed attori che hanno reso la settima arte quella macchina creatrice di miti moderni come la conosciamo oggi.

Il motivo principale per cui «Kinema Junpo» è conosciuta al di fuori dell’arcipelago deriva però dalla sua annuale classifica dei dieci titoli più belli dell’anno, che iniziò nel lontano 1924 per film non giapponesi – nella prima edizione vinse La donna di Parigi di Charlie Chaplin – e che dal 1926 assunse la forma che, con qualche minimo cambiamento, mantiene ancora oggi: una classifica dei dieci migliori film stranieri ed una per quelli giapponesi.

Quasi una conseguenza naturale di queste annuali classifiche è stata la stesura di una lista dei migliori film di tutti i tempi fatta dieci anni fa. Fra i film giapponesi a vincere fu Viaggio a Tokyo di Yasujiro Ozu, davanti a I sette samurai di Akira Kurosawa e Ikigumo di Mikio Naruse, mentre fa i lavori non-giapponesi, Il padrino, West Side Story e Taxi Driver.

La rivista, come si diceva, è abbastanza letta e arriva in tutte le librerie due volte al mese, naturalmente esiste anche una versione in rete, ma con meno contenuti. È interessante come la popolarità della pubblicazione e del suo seguito abbia portato all’apertura nel 2014 di un teatro nella cittadina di Kashiwa, alle porte di Tokyo. Si tratta di un cinema composto di tre sale, dedicato principalmente a film di nicchia già passati nelle grandi sale, o molto più spesso di lavori altrimenti non distribuiti nel circuito dei multiplex dell’arcipelago.

matteo.boscarol@gmail.com