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Il leader Pd cerca lo spariglio

Il leader Pd cerca lo spariglioStefano Rodotà – Eidon

Quirinale Un «nome segreto», i soliti nomi o Rodotà? Berlusconi punta sul «dottor sottile», si sbilancia Scelta civica

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 17 aprile 2013

Il coordinatore di Scelta civica, Andrea Olivero, esce dall’incontro con il segretario del Pdl Angelino Alfano e mette il candidato al Quirinale sul piatto: «Se il Pd proponesse il nome di Giuliano Amato e il Pdl fosse concorde, credo che, a fronte di una convergenza, non faremmo mancare l’appoggio» (poi a sera Olivero nega di aver fatto nomi, ma tant’è). Manca l’ufficialità da parte del Pdl, ma per il dottor sottile a via dell’Umiltà si fa il tifo da settimane. E non solo lì. Ad esempio ieri il presidente della Cei Angelo Bagnasco ha sollecitato l’elezione a presidente della repubblica di una personalità di «livello internazionale», e a molti è parso che si riferisse proprio a Amato. La Lega lo ha invece sonoramente bocciato. Ma Silvio Berlusconi, che continua a temere trappoloni, a quanto si dice non sente più ragioni: quello è il suo candidato numero uno.

Per Pierluigi Bersani la partita, neanche a dirlo, è complicata. Da una parte Beppe Grillo in persona avverte: «Amato sarebbe il suicidio della sinistra». E invita a convergere almeno su Stefano Rodotà, «nome spendibile per la sinistra», se Milena Gabanelli si chiamerà fuori. Dall’altra c’è il pressing del partito delle larghe intese con il Pdl. Senza contare che quello di Bersani, di partito, è una maionese impazzita e rischia di uscire malconcio dalla prova dell’elezione del capo dello stato, soprattutto se non si trovasse un nome capace di passare entro i primi tre scrutini, con la maggioranza qualificata dei due terzi, quindi largamente condiviso.

Al momento, sul tavolo oltre a quella di Amato c’è sempre la candidatura di Massimo D’Alema, quella che – nonostante i dubbi del Cavaliere – sembra anzi la più gettonata nel Partito democratico e sostenuta anche dal «rottamatore» Matteo Renzi (ora scettico su Amato, visti gli strali di Grillo), nonché dagli ex popolari di Beppe Fioroni. Ma, in attesa dell’incontro con Silvio Berlusconi (si potrebbe tenere oggi, ma non è ancora fissato) il leader del centrosinistra sarebbe sempre pronto a scoprire la sua «carta segreta» (ieri è circolato con insistenza il nome di Sabino Cassese), quella dello spariglio utile a un’intesa larga ma che vada oltre l’orizzonte del Pdl, al quale il segretario democratico, nella prospettiva della formazione del governo, non intende legarsi mani e piedi.

La rosa dei papabili comunque si restringe, anche se ieri Bersani ha incontrato i «petali» ritenuti nei giorni scorsi più spendibili: Luciano Violante, ma sopratutto Franco Marini e Anna Finocchiaro. Un colloquio più che altro di cortesia, visto che gli ultimi due sono stati oggetti del pesante frontale di matteo Renzi, e il segretario ufficialmente non ha commentato gli attacchi. Perde poi quota Romano Prodi: troppo «divisivo», si dice (ma Berlusconi teme che possa sempre spuntare fuori), e soprattutto finito penultimo nelle quirinarie del MoVimento 5 Stelle.

E’ arrivato terzo, ma potrebbe finire al primo posto in caso di «rinuncia» dei primi due, Stefano Rodotà. Riuscirà a aprire una breccia nelle rose in circolazione da più di un settennato? Sinistra e libertà come minimo apprezza che Rodotà sia arrivato sul podio grillino. Mentre dalla segreteria del Pd si fa sentire Davide Zoggia, evitando accuratamente di pronunciare quel nome. «Il Partito democratico lavorerà fino all’ultimo per una soluzione largamente condivisa – dichiara – A Grillo diciamo che invece di imporre condizioni, dovrebbe rispettare questo principio e adoperarsi per un esito positivo. Resta ferma ovviamente la stima e il rispetto per una figura come Milena Gabanelli». Ad essere esclusa dall’orizzonte pd è insomma la conduttrice di Report, che ha vinto le quirinarie e oggi dirà se accetta la candidatura 5 Stelle.

Del resto nel partito democratico qualcuno si interroga: «Come si fa a preferire Giuliano Amato a Stefano Rodotà?». Apre poi Alessandra Moretti. E al Nazareno spiegano che se non si troverà un accordo con il Pdl ci si orineterà su un «custode della Costituzione».

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