Come dice Stefano Fassina, il candidato sindaco di Sinistra Italiana, «il Pd sta facendo fare il lavoro sporco al prefetto Tronca». E il commissario straordinario di Roma, che ieri non è riuscito a trattenere al tavolo delle trattative sul salario accessorio le rappresentanze sindacali dei dipendenti capitolini, è appeso, come e più dell’ex sindaco Ignazio Marino, ad un cenno politico del governo Renzi. Che non arriva.

L’ultimo incontro in Campidoglio di ieri sera si è chiuso con un’altra fumata nera, mentre i lavoratori protestavano sotto le finestre di Palazzo Senatorio. E la rottura è ormai quasi inevitabile: Cgil Cisl e Uil hanno confermato le mobilitazioni e l’astensione dal lavoro del 27 gennaio, con l’intenzione addirittura di trasformarlo in sciopero generale facendo convergere tutte le categorie della città in un’unica vertenza.

Ieri sera, poche ore dopo l’incontro con i sindacati, nell’ultimo giorno utile, l’amministrazione capitolina ha mandato in pagamento le buste paga di gennaio dei 24 mila lavoratori del Campidoglio senza il salario accessorio, che equivale in molti casi quasi a un terzo dello stipendio.

«Non è una questione di soldi, ma di volontà politica – spiega Natale Di Cola, segretario Fp Cgil Roma e Lazio – ci hanno confermato di lavorare per rideterminare un fondo di 157 milioni di euro ma questo ce l’hanno sempre detto. Stanno aspettando invece il via libera del governo per emettere un altro cedolino a conguaglio, anche prima della stipula del nuovo contratto. Loro sono fiduciosi, ma noi non ci fidiamo. Ed è da irresponsabili quello che stanno facendo».

Le tre sigle sindacali infatti avvertono: «Martedì o verranno reintegrati gli stipendi o altrimenti l’amministrazione presenterà un piano di riduzione di servizi da rendere alla città». Un «tracollo», prevedono. «Molti servizi dovranno essere tagliati, e questa è una responsabilità che si prende l’amministrazione». A rischio, dunque, asili nido e scuole infanzia (contro la cui privatizzazione, educatrici e maestre aderenti all’Usb hanno già annunciato una manifestazione per martedì 19 gennaio), anagrafe, municipi, uffici comunali e vigili urbani (sul piede di guerra per far modificare il piano di assunzioni e perché Tronca riceva i “ricorsisti” del concorso pubblico). «I dipendenti comunali prenderanno 800-900 euro in busta paga perché sarà solo pagato il tabellare. Questo rimpallo tra governo e commissario sta diventando umiliante per lavoratori e cittadini – sbotta Giancarlo Cosentino della Cisl – Il commissario è stato messo qui per governare questa città, e ora servono grandi atti di responsabilità da parte di tutti».

Il prefetto Tronca invece, fanno sapere da Palazzo Senatorio, «è fermamente convinto che a inizio settimana si possa avere un esito positivo della vicenda» con il via libera del governo. E spera, soprattutto, che Renzi non lo lasci solo inuno scontro con i lavoratori. In cambio, il commissario straordinario ce la mette tutta per mostrare la barra dritta sul primo obiettivo da portare in dote al Nazareno: risanare la macchina amministrativa capitolina. Così, dopo il servizio di Piazza pulita sui «furbetti del cartellino» che riprende alcuni dipendenti a spasso per la città invece che in ufficio, annuncia un’inchiesta interna «per l’accertamento delle eventuali responsabilità, anche penali, e la conseguente adozione di misure disciplinari».

Ma, come dice Fassina, dopo che Marino è uscito di scena Roma non è più «la città peggiore dell’universo». E ora, fa notare il deputato di Si, «il Pd sta facendo fare a Tronca il lavoro sporco, senza che ne sia direttamente coinvolto: Tronca vuole privatizzare gli asili nido comunali? Il Pd si limita a prendere le distanze con un comunicato. Tronca sfratta una serie di associazioni da spazi autogestiti che rappresentano una parte del tessuto sociale e solidaristico della citta? Il Pd si limita a una presa di posizione formale. Tronca cancella il salario accessorio? Il Pd presenta un emendamento e poi il governo lo boccia. È un gioco delle parti. È in atto una manovra di deresponsabilizzazione della politica. I romani – conclude Fassina – lo capiscono che Tronca è stato messo in Campidoglio come esecutore dell’agenda politica del Pd».