Domenica, gli elettori argentini (32 milioni gli aventi diritto a partire dai 16 anni e con voto obbligatorio dai 18) hanno espresso le loro preferenze nelle Paso, le Primarie aperte simultanee e obbligatorie. Confermate le previsioni dei sondaggi con il primo posto ottenuto dal Frente para la Victoria (FpV), la coalizione kirchnerista che ha proposto alla presidenza il peronista moderato Daniel Scioli e come suo vice il più radicale Carlos Zannini, stretto collaboratore della presidente Cristina Kirchner. Compito delle primarie era infatti anche quello di definire i candidati alla vicepresidenza, 24 seggi al Senato, 130 alla Camera e 43 del Parlamento del Mercosur, l’organismo regionale a cui partecipano Argentina, Brasile, Bolivia, Paraguay, Uruguay e Venezuela.

L’appuntamento è per il 25 ottobre, quando si dovrà eleggere il presidente che sostituirà la popolarissima Cristina, a cui la costituzione impedisce un terzo mandato. Per passare al primo turno, il candidato dovrà ottenere il 45% dei voti più uno, oppure il 40% e un vantaggio di almeno 10 punti sul secondo classificato. In caso contrario, si dovrà andare al ballottaggio, previsto per il 22 novembre.

Con oltre il 38%, l’imprenditore Scioli, governatore della provincia di Buenos Aires non ha sfondato sul suo più diretto avversario Mauricio Macri, che ha capeggiato la coalizione conservatrice Cambiemos e ha ottenuto un po’ più del 30%. Al terzo posto, Sergio Massa, del Frente Renovador, la cui coalizione Una (Unidos por una Nueva Alternativa), sempre di destra, ha superato di poco il 20%. Una partita, quindi, tutt’altro che scontata, nel gioco delle alleanze che si vanno configurando e che – secondo Cristina Kirchner – esprimono «due modelli diversi di paese»: uno, portato avanti prima dal marito Nestor e poi da lei, che ha fatto uscire il paese dal default del 2001 orientando lo sviluppo di piani sociali per i meno favoriti e il consolidamento di nuove alleanze solidali nel continente latinoamericano. L’altro, quello neoliberista di Macri e limitrofi, che conta di spalancare nuovamente le porte al grande capitale internazionale e al volere di Washington.

La partita giocata da Kirchner contro i fondi avvoltoio ha già evidenziato al riguardo i diversi interessi in campo. E il processo per l’attentato all’Amia, la mutua israelitica argentina, iniziato in questi giorni, porterà altra legna al fuoco della battaglia politica per il 25 ottobre. Nel 1994, la bomba contro l’Amia provocò 85 morti. Oltre vent’anni dopo, non ci sono colpevoli, solo veleni politici rinfocolati dalla misteriosa morte del giudice Alberto Nisman, che avrebbe voluto processare la presidente per presunti depistaggi a favore dell’Iran e che è servita da stimolo per un profondo rinnovamento dei servizi segreti.

Per il suo programma, Scioli ha richiamato i temi proposti da papa Bergoglio durante i due incontri con le organizzazioni popolari e riassunti nelle 3T: Tierra, Techo y Trabajo, Terra, Casa e Lavoro. Scioli ha promesso di aggiungere anche altre 3I: Inversion, Investigacion e Innovacion (Investimento, Inchiesta e Innovazione).

Per Macri, che ha superato ampiamente gli altri due candidati della sua coalizione, queste primarie costituiscono il canto del cigno del kirchnerismo e sarà lui a vincere le prossime presidenziali. Nella sua lettura complessiva dei risultati, «il 62% dell’elettorato ha votato per un’alternativa di governo» e questa, per il kirchnerismo «è la peggior elezione della sua storia». Intanto, scalda i motori il giovane Maximo Kirchner, figlio di Nestor e Cristina che, a Santa Cruz, è stato il più votato fra i candidati al Parlamento.