È arrivato come uno tsunami lo scoop del Guardian che, citando documenti che si ritiene siano stati fatti trapelare dal Cremlino e di cui esperti indipendenti ne hanno verificato l’autenticità, afferma come l’interferenza russa nelle elezioni Usa del 2016 ci sia stata, e che Vladimir Putin autorizzò personalmente un’operazione segreta delle sue agenzie di spionaggio per appoggiare Trump.

Quest’ultimo ha sempre negato definendo l’indagine del Russiagate «una bufala e una caccia alle streghe», ma i documenti pubblicati dal Guardian dicono tutt’altro, citano documenti in cui The Donald viene definito come un insicuro e «mentalmente instabile» e che la sua elezione avrebbe aiutato l’attuazione dello «scenario politico teoretico» auspicato da Mosca, in cui le spaccature interne alla società americana si sarebbero acuite provocando una «esplosione sociale», e indebolito la posizione negoziale del Presidente Usa.

Alle tre agenzie di intelligence russe, Fsb, Svr e Gru, era stato chiesto di individuare modalità pratiche per sostenere Trump già quando era uno dei 17 candidati alle primarie del Gop, e il Guardian cita un rapporto firmato dal responsabile per le analisi del Cremlino in cui si raccomanda che la Russia usi «tutta la forza possibile» per fare eleggere Trump.

C’è anche un’apparente conferma che il Cremlino possieda del materiale compromettente, raccolto, dice il documento, durante dalle precedenti visite non ufficiali di Trump nel territorio della Federazione Russa. La portata di questo scoop è talmente grande che alcuni analisti politici, come ha fatto Thomas Rid su Twitter, invitano alla prudenza.

«Rimarrei cauto per ora, ha scritto Rid, per una fuga di notizie di questa portata, servono altri dettagli. Notiamo anche che il Guardian scrive ‘i documenti sembrano mostrare’». Questo approccio cauto in attesa di dettagli e sviluppi sembra essere stato abbracciato, almeno fino ad ora, dalla maggior parte dei politici Usa che non si è espressa sull’argomento ma, come ha sottolineato David Corn l’analista politico e capo dell’ufficio di Washington di Mother Jones, anche se potrà essere difficile confermare la storia del Guardian, bisogna ricordare quanto aveva concluso l’intelligence americana, ovvero che Putin aveva ordinato un’operazione segreta per aiutare Trump a vincere nel 2016 «per danneggiare e destabilizzare gli Stati Uniti».