Esiste veramente una divisione dentro al Movimento 5 Stelle su migranti e accoglienza, dopo la dura uscita di Luigi Di Maio e la presa di distanza di Roberto Fico? La verità è che nessuno può dirlo con certezza, probabilmente neanche i protagonisti di questa storia.

La mancanza di chiarezza non deriva soltanto dall’opacità che caratterizza le faccende pentastellate o dal rifiuto di esporsi della maggior parte degli eletti. Banalmente, accade che nel M5S non esista un luogo in cui questo dibattito possa svilupparsi. Non può avvenire nelle situazioni locali, sfilacciate e divise per beghe personali. Tantomeno può succedere qualcosa di sensato negli spazi digitali della piattaforma Rousseau, che traccia una relazione up-down tra rappresentanti e elettori ma non offre spazi di elaborazione collettiva.

Di certo, la linea della tolleranza zero, è condivisa dai vertici milanesi del M5S. Non bisogna dimenticare che Gianroberto Casaleggio ammonì i suoi: «Se avessimo sostenuto l’abolizione del reato di clandestinità avremmo preso percentuali da prefisso telefonico». Ci fu poi il famigerato tweet partito dall’account di Beppe Grillo sulla necessità di liberare Roma da «topi e clandestini». Pesa inoltre moltissimo la scelta a senso unico dei post sul blog e il taglio col quale si comunicano le iniziative sul tema. Insomma, non c’è dubbio che la posizione di chi muove le leve della comunicazione e traccia la linea politica sia analoga a quella di Di Maio.
Da uno sguardo ai commenti nei social, anche dopo l’uscita del vicepresidente della Camera all’indomani dei fatti di Roma, emerge che il grillino medio è d’accordo con i suoi capi e ha assorbito la paranoia dell’invasione. D’altro canto, c’è pure una minoranza significativa di elettori che manifesta confusione, quando non aperta delusione. Allo staff della Casaleggio sperano che le differenze tra portavoce consentano di pescare, come al solito, a destra e a sinistra, ma temono che non si possa tirare la corda della trasversalità politica all’infinito.

Per il professore Aldo Giannuli, storico e consigliere di Gianroberto Casaleggio, il vero oggetto del contendere è la tattica comunicativa: paga di più occupare lo spazio delle destre o differenziarsi? La divisione tra i grillini, spiega Giannuli, «è tra chi pensa che inseguendo l’elettorato di destra si possa volare oltre il 30% e chi invece ritiene che così si rischi la tranvata. La vera spaccatura è tra ottimisti e pessimisti sulla svolta a destra».

Fico ieri ha ribadito la sua posizione polemizzando implicitamente con Di Maio, più realista del re e più netto del capo della polizia nel difendere le forze dell’ordine: «La gestione inadeguata degli sgomberi era talmente evidente che il Viminale, dopo la pessima figura, sta per fortuna facendo marcia indietro» sostiene Fico. Che fa accenno anche alla tradizione giustizialista del M5S: «La legalità va sempre perseguita, ma ci sono modi giusti e modi sbagliati per raggiungerla». Il grillino presidente della commissione vigilanza Rai non ha ancora sciolto la riserva sulla sua partecipazione alle primarie online per scegliere il candidato premier. Preferisce che sia lo staff di Rousseau, notoriamente schierato con Di Maio, a fare la prima mossa.

Difficile dire chi sta con Fico. Ha rilanciato le sue parole su Facebook Nicola Morra, senatore in sofferenza da qualche tempo, fin da quando i membri del direttorio vennero scelti soltanto tra i deputati. Morra ci tiene a precisare che «il M5S è nato per superare le logiche di contrapposizione bianco-nero, buoni-cattivi, destra-sinistra. Noi dobbiamo essere razionalità che difende i diritti dall’istintività della violenza, dobbiamo essere gandhiani che rifiutano la violenza sempre, da chiunque provenga». Anche il deputato Giuseppe Brescia, che nei mesi scorsi ha monitorato la situazione dell’hotspot di Taranto, ci tiene a differenziarsi: «Penso che in piazza Indipendenza da parte delle forze dell’ordine ci siano stati degli eccessi – sostiene il parlamentare barese – E spero che in futuro Roma non sia nuovamente teatro di tali assurdità. Allo stesso tempo dico che serve collaborazione da parte di chi ha occupato per trovare insieme soluzioni percorribili».