Lo scivolone del governo ha quasi dell’incredibile: dalla legge di bilancio, approvata con la solita fiducia alla Camera, spariscono i 50 milioni destinati all’emergenza sanitaria di Taranto. Era una proposta avanzata dalla commissione bilancio, con la firma di tutti i capogruppo e del presidente democratico Francesco Boccia. Richiesta più che giustificata, dopo che uno studio istituzionale (Regione Puglia) sugli effetti dei veleni dell’Ilva ha registrato un +26% di ricoveri di bambini e ragazzi fino a 14 anni nei quartieri più vicini all’impianto siderurgico. “Ci avevo creduto ad avere il supporto del governo – ha commentato amaramente il governatore Michele Emiliano – sia nel processo di decarbonizzazione della regione, che nel rafforzamento del sistema sanitario tarantino. E credo che il governo ne avrebbe avuto solo vantaggi. Invece abbiamo preso una botta”.

“Il passaggio al Senato della legge di bilancio – ha cercato di rimediare il sottosegretario Claudio De Vincenti – consentirà di approfondire ulteriormente le modalità per far fronte alle criticità della sanità tarantina”. Ma certo è che quei 50 milioni per potenziare strutture, personale e attività diagnostica erano dati per certi. Racconta Boccia: “Nella notte tra mercoledì e giovedì il governo aveva dato l’ultimo via libera agli emendamenti presentati dal relatore alla manovra. Eravamo d’accordo, sia nelle riunioni con il governo che in quelle di maggioranza, con i capigruppo e l’ottimo relatore Mauro Guerra, per approvare un emendamento rispondente ai criteri della nuova legge di bilancio che prevedeva lo stanziamento dei 50 milioni. Il testo ripresentato anche oggi era semplice, e le coperture chiare. Ma il governo ha rinviato la questione al Senato. Ora palazzo Chigi deve semplicemente chiarire le ragioni del no, e del rinvio”.

“Tutti – ha ricordato sul punto il senatore Giovanni Barozzino di Sì – dalla ministra Lorenzin a De Vincenti e Morando, da Baretta a Boccia, hanno sbandierato l’emendamento. Poi la legge di bilancio è stata approvata senza. Ma è una tragica farsa che, con tutte le prebende approvate, proprio questo finanziamento sia scomparso. Da decenni la popolazione di Taranto paga gli errori di uno sviluppo industriale che non tiene in alcun conto la salute. E i bambini sono i primi a subirne le conseguenze”.
Invece i soldi non sono arrivati. Da palazzo Chigi si è fatto informalmente sapere che c’era un problema sulle coperture, perché le risorse sarebbero state sottratte a quelle per la stabilizzazione dei medici. Fatto sta che alcuni consiglieri regionali pugliesi hanno occupato per protesta la presidenza di una commissione: “Non stiamo chiedendo posti di lavoro – ha spiegato Giuseppe Turco de ‘La Puglia con Emiliano’ – ma un diritto costituzionalmente garantito come quello alla salute. E la salute dei cittadini non può essere sacrificata alle campagne elettorali e referendarie”.

A nome del governo, De Vincenti ha fatto sapere di aver parlato con la ministra Lorenzin, che avrebbe confermato la disponibilità a prevedere deroghe al decreto ministeriale 70 sull’organizzazione dei servizi sanitari regionali, in modo da rafforzare i presidi sanitari nell’area di Taranto. “Il passaggio della legge di bilancio al Senato – ha concluso De Vincenti – consentirà di approfondire ulteriormente le modalità per far fronte alle criticità della sanità tarantina”. Immediata la replica di Barozzino: “Sinistra italiana si impegna comunque a ripresentare l’emendamento in Senato, e vedremo chi si assumerà la responsabilità di bocciarlo”.