L’Aeronautica ha già avuto, e lo scandalo degli F35 (12 miliardi) è diventato senso comune per dire di un governo che con una mano affama gli italiani e con l’altra regala miliardi all’industria militare. Ma anche la Marina ha saputo battere cassa e ieri ha ottenuto un contentino spalmato negli anni che ammonta a una cifra di 3 miliardi di euro. Sono stati infilati di soppiatto nel calderone della legge di stabilità. Basterebbero per risanare i conti dei comuni in default, per riqualificare il trasporto pubblico e per avviare enormi lavori per la riqualificazione del territorio. Ma tant’è, questo è il governo sostenuto dal Pd e dai cosiddetti “alfaniani”.

Il capo di stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi, aveva già presentato il conto. “E’ necessario e urgente – aveva ammonito – avviare nuovi programmi di investimento per rinnovare la flotta militare che si sta pericolosamente assottigliando, a breve non sarà più in grado di tutelare gli interessi nazionali”.

Sembra che lo sponsor delle nuove fregate sia il ministro della Difesa Massimo Mauro, già sostenitore degli F35. Ci sarebbe la sua mano tra le righe del comma 13 dell’articolo 3 della legge di stabilità che stabilisce il finanziamento che accontenta guerrafondai e industria navale. E così, mentre i tagli massacrano i servizi per i cittadini, il governo stanzia 40 milioni di euro nel 2014, 110 nel 2015 e 140 dal 2016 e per i successivi venti anni (fino al 2033) “a difesa degli interessi nazionali”. 150 milioni all’anno destinati a ringiovanire una flotta che certo non brilla per capacità militari e che non verrà utilizzata per scongiurare l’unica tragedia del mar Mediterraneo – Lampedusa non insegna.

Nel frattempo, la “nostra” portaerei Cavour prosegue il suo tour espositivo nei mari dell’Africa, laggiù ci sono da piazzare altri prodotti della peggior produzione nostrana. Armi. Gli acquirenti non mancano.