Ieri il ministero degli Esteri russo ha emesso un insolito, preoccupato comunicato, sull’evoluzione della situazione nella zona “smilitarizzata” di Idlib, ratificata a dicembre da Putin ed Erdogan, in cui oltre alle truppe russe e siriane opererebbero una dozzina di organizzazioni armate “illegali”.
Una di queste formazioni, Heyat Tahrir al-Sham, che si sostiene da tempo fuori dal controllo del governo turco, avrebbe secondo il comunicato del ministero russo «solo nelle ultime due settimane di gennaio, condotto più di 1.000 attacchi. Il numero di morti e feriti tra le truppe siriane e i civili nella zona “smilitarizzata” è di molte centinaia. Esperti militari russi e turchi anch’essi sono stati tragicamente uccisi. E i tentativi di attaccare la base aerea russa di Khmeimim con l’uso di droni non si fermano».

SECONDO ALCUNE FONTI le perdite russe sarebbero state ingenti, nell’ordine di qualche decina se non di centinaia di uomini. Per la diplomazia russa il gruppo “terrorista” avrebbe anche «brutalmente represso manifestazioni di civili all’interno di Idlib, che protestavano contro l’azione dei militanti volta a impedire l’uscita dei civili dalla città, bombardando i corridoi umanitari». La diffusione della notizia era stata anticipata da una telefonata di 2 giorni fa del presidente russo al suo omologo turco in cui si denunciava la presenza sul territorio di «aggressivi gruppi di terroristi», dopo che lo stesso Erdogan aveva segnalato attacchi dell’esercito di Assad contro l’esercito turco.

In un quadro instabile sembra che i due governi non intendano per ora far saltare accordi tanto faticosamente raggiunti, come dimostra lo stesso comunicato del ministero degli Esteri russo in cui si evita accuratamente di attaccare la Turchia.

GLI STRALI DI MOSCA sono invece diretti contro gli Stati uniti, che starebbero manovrando parte della guerriglia della zona: «Vogliamo attirare l’attenzione su una serie di dichiarazioni dei paesi occidentali, principalmente degli Usa, in cui si cerca di presentare i terroristi di Kheyat Tahrir al-Sham come un’opposizione moderata» afferma il comunicato. «Gli Usa, senza aver sconfitto l’Isis e senza preoccuparsi di trovare qualsiasi altra giustificazione per la loro presenza illegale in Siria, rapinano sfacciatamente e svergognatamente le risorse naturali siriane» conclude il governo russo.

In un clima di tensione crescente va anche registrata la denuncia del governo di Assad di raid israeliani su Damasco e Deraa. I giornali siriani hanno riferito che ieri mattina le difese aeree hanno affrontato «obiettivi ostili» sulla capitale del paese.

SECONDO QUANTO RIFERISCE l’agenzia di stampa Sana raid aerei lanciati da Israele avrebbero colpito l’area di Kiswa, Marj al Sultan, nei pressi di Izra, nel governatorato di Daraa, e nell’area di Damasco. Il raid israeliano è stato confermato anche dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. Secondo i media siriani, nei raid sono rimasti feriti 8 militari, mentre per altre fonti sarebbero morti 12 combattenti.