Dopo settimane di tentennamenti, il blitz sponsorizzato dal ministro degli affari regionali Boccia ha la forma di due emendamenti al decreto elezioni presentati dalla relatrice Bilotti (M5S). Consentirebbero di anticipare le elezioni amministrative e di tenere un election day il 13 e 14 settembre (si tornerebbe a votare anche di lunedì, per diminuire l’affollamento ai seggi) con le regionali e il referendum costituzionale. Due partiti della maggioranza, Leu e Iv in commissione affari costituzionali appaiono spiazzati. Chiedono spiegazioni. La relatrice non ne offre mentre in aula Conte in persona conferma il piano del governo «ma cercheremo il consenso più ampio». Forza Italia e Fd’I però dicono no. Il sottosegretario Variati in commissione spiega che sono gli scienziati del Cts ad avvertire che oltre fine settembre non si può andare: con i primi freddi il virus può tornare. E nei comuni e in Toscana i turni elettorali sono due, dopo il 13 settembre si dovrà tornare alle urne per il ballottaggio il 27.

Ma la decisione è più politica che tecnica. I presidenti di regione uscenti chiedono da mesi a Boccia le urne a luglio: puntano a una riconferma facile sull’onda dell’emergenza. Sono due di centrodestra (Zaia e Toti) e due del Pd (Emiliano e De Luca), giocano sciolti dai loro partiti. L’inizio di settembre è per loro una buona mediazione. Lo scambio con i 5 Stelle è il referendum per la riduzione dei parlamentari. L’incognita era l’affluenza bassa (anche senza quorum), accoppiarlo con altre elezioni è il doping istituzionale aiuterebbe. E chiuderebbe lo spazio a riflessioni nuove sul ruolo del parlamento in tempi di governo dell’emergenza. Difficili anche le campagne elettorali, ad agosto con il distanziamento fisico. Da oggi al 26 c’è spazio per mediazioni. L’election day può slittare di un paio di settimane