Il dossier sulle mancate consegne del vaccino all’Italia da parte di Pfizer è passato all’Avvocatura generale dello stato, da ieri al lavoro per decidere quali azioni intraprendere contro il colosso farmaceutico. Se si arrivasse al deposito dell’atto, il foro competente è Bruxelles perché l’azienda ha sede in Belgio. La decisione è arrivata dopo il vertice Stato – Regioni di martedì sera con il commissario straordinario Domenico Arcuri che, al termine, aveva spiegato: «Valutiamo un esposto sulla base dell’impatto sulla salute dell’inadempimento del contratto pubblico» con diffida all’azienda e ipotesi di danni per il rallentamento del piano dei vaccini.

ALLA COMMISSIONE UE l’Italia chiederà di promuovere un’azione civile a tutela del paese. Ma dall’Ue ieri è arrivata la replica: «La Commissione ha raggiunto accordi quadro con le aziende per stabilire il prezzo e la quantità delle dosi. Poi gli stati membri, nell’ambito di questi accordi quadro, hanno i loro contratti con le aziende e hanno il diritto di intraprendere azioni legali». Del resto nei contratti siglati dall’Ue la consegna delle dosi è fissata su base trimestrale e, in caso di ritardo, non sembrano esserci particolari conseguenze.

Vista dall’Italia, la situazione è differente: chi ha sottoscritto il contratto, per conto degli stati membri, è l’Ue e quindi se si procede per inadempienza dovrebbe essere la stessa Unione a procedere. Vero però che tempistica e distribuzione fanno parte di un cronoprogramma firmato dai singoli stati, parte integrante del contratto, e sul punto l’Italia ha titolo per chiedere conto in sede legale.

LA STRUTTURA COMMISSARIALE ha stilato un dossier affidato all’Avvocatura generale «per valutare i diversi profili di responsabilità in caso di inadempienza e le possibili azioni da intraprendere a tutela degli interessi del paese». Pfizer aveva promesso un ritorno alla normalità da lunedì ma è stato lo stesso Arcuri a spiegare: «La prossima settimana non solo non verranno consegnate in Italia le dosi che sono state unilateralmente e senza preavviso non consegnate, pari al 29%, ma ci sarà un’ulteriore riduzione delle forniture».

I tagli e i ritardi potrebbero lasciare senza seconda dose 54mila italiani. Il dossier evidenzia «una forte asimmetria distributiva a livello delle regioni» (i quantitativi consegnati vengono decisi autonomamente da Pfizer) e un «potenziale danno alla salute pubblica». E ancora: «Pfizer ha operato una sostanziale riduzione delle dosi (da 562.770 a 397.800) secondo una logica né anticipata né condivisa con il commissario né con le regioni». Ha poi comunicato «che vi saranno riduzioni anche per le prossime: 93 vassoi in meno la prossima e 179 vassoi in meno nelle 3 settimane successive e solo da metà febbraio ci sarà il rafforzamento della distribuzione».

IL REPORT spiega: «Questa settimana il potenziale di somministrazione di dosi al giorno è di 77.387 con il 30% di stock in magazzino». Ma, senza una leva che consigli all’azienda maggiore prudenza, la situazione potrebbe peggiorare visto che Pfizer «ha reiteratamente disatteso, sin dall’inizio, alle comunicazioni inviate agli uffici del commissario». Così il testo evidenzia: «Qualora le regioni somministrassero tutte le dosi disponibili nella settimana precedente (116.154 al giorno in Italia) con il solo magazzino residuo, nonché con le dosi ipotizzate in consegna da Pfizer, non ci sarebbero le quantità necessarie per i richiami».

Gli impegni contrattuali sottoscritti prevedono per il nostro paese 8.635.154 dosi entro il 31 marzo nonché una quota di 6.642.991 dosi aggiuntive: «In base alla pianificazione ricevuta da Pfizer, al 15 febbraio risulterebbe una consegna all’Italia di 3.885.570 dosi, pari al 45% dell’ordine iniziale e a una percentuale sensibilmente inferiore considerando l’ordine aggiuntivo». Per poi concludere: «È da verificare l’affermazione di Pfizer che le dosi in consegna sono il risultato del processo di riallocazione come condiviso con la Commissione europea».

SONO 465.660 le dosi di vaccino Pfizer che dovrebbero essere distribuite in Italia la prossima settimana, salvo altri cambiamenti. Solo a febbraio saranno invece distribuite le dosi mancanti nel lotto previsto questa settimana. Ma come influisce l’incertezza sui territori? La Campania, ad esempio, ha somministrato oltre l’88% delle dosi e ha dovuto fermare la campagna per due giorni. Le somministrazioni riprendono oggi ma solo per i richiami. Tra le scorte e il carico arrivato ieri, si può andare avanti solo fino a fine mese. Resta la solidarietà tra territori, invocata martedì alla riunione, ma appare molto improbabile che un regione ceda i vaccini a un’altra. «Il tema non è litigare tra territori – ha spiegato ieri l’assessore del Lazio, Alessio D’Amato – ma aggiornare la strategia europea».