Il Consiglio dei ministri ieri ha approvato il decreto fiscale che contiene anche le misure per la sicurezza sul lavoro Cinque Stelle e Pd da un lato e Lega, Forza Italia e Italia viva dall’altro hanno trovato l’occasione per litigare su 200 milioni di euro di integrazione sul cosiddetto «reddito di cittadinanza» (spesa complessiva quest’anno di quasi 9 miliardi). Il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti (Lega) avrebbe rilanciato il ritornello sul «reddito che non crea lavoro» e i ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli (M5S) e del lavoro Andrea Orlando (Pd) che hanno difeso la misura che sarebbe un contributo all’ordine pubblico e di pacificazione sociale. Nella legge di bilancio ci sarà tra l’altro, l’annunciata riforma delle «politiche attive del lavoro» che dovrebbe mettere d’accordo coloro che vogliono togliere il reddito con coloro che vogliono fare svolgere ai i lavoratori poveri attività gratuite fino a 16 ore a settimana insieme alla formazione continua, coinvolgendo anche le agenzie private, in presenza di un sistema che non funziona e con un conflitto di competenze con le regioni. Il presidente del consiglio Mario Draghi avrebbe chiuso la discussione rinviando la discussione sulle politiche attive al dibattito sulla legge di bilancio in arrivo.

QUELLO FISCALE è un decreto «omnibus» che contiene il rifinanziamento di 100 milioni di euro del fondo ecobonus per l’acquisto di veicoli a basse emissioni, la proroga del bonus al 65% a tutto il 2022 e di quello al 50% per mobili ed elettrodomestici «green». Il testo prevede inoltre il rifinanziamento della cassa integrazione (Cig). Per i datori di lavoro che sospendono o riducono l’attività lavorativa a causa del Covid è prevista la proroga di 9 o 13 settimane da impiegare tra il primo ottobre e il 31 dicembre con una spesa di oltre 800 milioni di euro. Garantita la copertura per la Cig straordinaria nel 2022 ai lavoratori dell’ex Alitalia.

IL CUORE del decreto è lo stop alle imprese con il 10% dei lavoratori irregolari, l’obbligo al pagamento dei salari, sanzioni e multe. C’è l’estensione delle competenze dell’Ispettorato nazionale del lavoro nella prevenzione della sicurezza sul lavoro, l’assunzione di 1.024 ispettori (in totale quasi 3 mila, da assumere da anni) e dei carabinieri che vigilano sui luoghi di lavoro (passeranno da 570 a 660), il rafforzamento del Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (Sinp). L’Inail dovrà rendere disponibili alle aziende sanitarie locali e all’Ispettorato nazionale del lavoro i dati relativi alle aziende assicurate e agli infortuni denunciati. Draghi ha ringraziato Cgil, Cisl e Uil, e le regioni: «Abbiamo dato un segnale inequivocabile: non si risparmia sulla vita dei lavoratori».

«IL DECRETO va nella direzione giusta, ci sono alcune modifiche da apportare in sede di conversione. Manterremo la mobilitazione per la sicurezza sul lavoro del 13 novembre – afferma Alessandro Genovesi segretario della Fillea Cgil – Va aggiunto alla casistica sulle sanzioni e sulle pene quello dell’amianto, gli operai muoiono anche per sarcoma. Va corretta la norma che non prevede la sospensione quando c’è un solo dipendente in nero in cantieri dove chi lavora può dipendere da più ditte. Bene la banca dati unica ma serve quella che chiamiamo “patente a punti”. Ora il decreto si concentra sulle sanzioni alle imprese. Servono anche gli incentivi a spingerle ad agire preventivamente. La “patente” serve a questo. Le assunzioni sono un’ottima cosa, ma ne servono ancora 5 mila in più. In dieci anni sono stati persi 8 mila tecnici a tutti i livelli. L’Inail potrebbe contribuire con un avanzo di quasi un miliardo. Chiediamo infine di inserire l’aggravante per infortunio mortale sul lavoro che permetterebbe di trasformare, in caso di condanna, l’omicidio colposo in doloso. Ciò renderebbe più semplice il risarcimento ai familiari delle vittime».

«È UN DECRETO in chiaroscuro – sostiene Conflavoro Pmi – La proroga della Cig emergenziale è importante, ma sicuramente non sarà sufficiente va rivisto il forte inasprimento delle sanzioni al quale non fa da contraltare un sistema premiante per fermare il dramma di 3 morti al giorno sul lavoro». «È stata abbassata dal 20% al 10% la quota per la sospensione dell’attività imprenditoriale in caso di lavoro nero. In un paese civile non si possa pensare che c’è un 10% di lavoro in nero. Sono perché quella quota sia zero. Non è accettabile che ci sia lavoro in nero con una quota in nero – ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi – È da tre mesi che lancio la proposta delle commissioni paritetiche. Non capisco perché nessuno voglia lavorare per evitare che queste morti accadono».

La “ripresa” però non perdona. Solo ieri ci sono state quattro vittime del lavoro, numero superiore alla media già tremenda. operaio di 43 anni, Gianuario Derudas, dipendente della Ambiente Italia – società che gestisce il servizio di igiene urbana per il Comune di Sassari – è rimasto schiacciato dal muletto che guidava. A causa di una pendenza del terreno, il mezzo si è rovesciato su un lato, l’operaio ha cercato di salvarsi ma il muletto si è ribaltato proprio dalla sua parte. Antonello Porcu, 60 anni, è morto nella tarda serata di ieri all’interno dell’azienda Distribuzione logistica refrigerata, nella zona industriale di Monastir, a pochi chilometri da Cagliari. Lavorava sul ponteggio installato sul perimetro dell’azienda, quando ha perso l’equilibrio, è precipitato. A Disvetro di Cavezzo (Modena) un agricoltore di 49 anni è rimasto incastrato in un macchinario utilizzato per l’irrigazione. A Barletta, un operaio 62enne Luigi Riefolo è morto mentre era al lavoro nello stabilimento Timac Agro. E’ stato investito da una pala meccanica. Lavorava per una ditta esterna addetta ai servizi di pulizia industriale. A Nerviano (Milano) un operaio è rimasto folgorato all’interno di una cabina elettrica dell’azienda Md Plast ed è stato trasportato in codice rosso all’ospedale di Legnano. Sempre nello stesso paese a nord di Milano in mattinata un operaio di 44 anni era precipitato dal tetto di un capannone alto circa sei metri.