Il 14 agosto saranno passati due anni dalla strage del ponte Morandi di Genova. Alla vigilia dell’inaugurazione – questa settimana dovrebbe essere completata l’asfaltatura mentre continuano le code chilometriche in tutta la Liguria – del nuovo ponte progettato da Renzo Piano scoppia la polemica: il nuovo ponte sarà gestito da Autostrade per l’Italia.

IL MOTIVO PERÒ È MOLTO SEMPLICE: in questi 23 mesi il M5s è sempre stato al governo, seppur con due esecutivi diversi che però avevano entrambi alla guida quel Giuseppe Conte loro «espressione». Ebbene, in tutto questo tempo, nonostante i proclami e i giuramenti ai parenti delle vittime, non sono riusciti a far approvare la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia promessa urbi et orbi.

La giornata di ieri è cominciata con la notizia data in pasto ai media dalla destra che governa città di Genova e Regione. Il sindaco Marco Bucci – che è commissario al ponte – ha ricevuto la lettera del ministro dei Trasporti Paola De Micheli lunedì – sebbene il protocollo rechi primo luglio. L’oggetto è: «Problematiche relative all’entrata in esercizio del nuovo viadotto Polcevera», per conoscenza è inviata anche al presidente del consiglio Giuseppe Conte. La ministra De Micheli – che da mesi ha inviato allo stesso Conte il dossier sulla revoca della concessione ad Autostrade – disegna «il percorso operativo» necessario a inaugurare il ponte di Genova nei tempi previsti. E specifica che poiché la revoca alla società controllata da Atlantia e famiglia Benetton non è stata ancora perfezionata, «la consegna dell’infrastruttura al concessionario – definito più avanti «pro-tempore» – deve risultare coerente con l’assetto normativo, anche al fine di prevenire potenziali contenziosi» con il governo».

DE MICHELI PRECISA INFATTI che «tale trasferimento, peraltro, non interferisce in alcun modo con la procedura di contestazione in corso, né può costituire in alcun modo riconoscimento della adeguatezza della gestione e manutenzione sinora adottate dal concessionario». Tanto è vero che alla fine «manifesta l’opportunità che anche le attività connesse al monitoraggio dell’infrastruttura ed al rispetto dei piani di manutenzione siano regolati mediante un distinto Protocollo operativo con coinvolgimento di operatori terzi, espressi dall’amministrazione».

MA LA NOTIZIA È GIÀ ESPLOSA e ogni precisazione di De Micheli non ferma le polemiche. Dopo che in mattinata era stata la destra ad incendiare le polveri, nel pomeriggio è il M5s a tornare all’attacco con tutti i suoi esponenti, anche per mettere la sordina alla Tav diventata «opera prioritaria». Da Crimi e Di Maio è tutto un «da mesi insistiamo con i ministri competenti, che sono il Mit e il Mef (a guida Pd, ndr), per fare in modo che il ponte non sia riconsegnato ai Benetton. Questo per noi è un punto dirimente».

Mentre da Madrid Conte è costretto a precisare: «Mi auguro di chiudere il dossier “revoca” nel volgere del fine settimana. Fino a quando il concessionario sarà Autostrade – chiarisce – il ponte non può che essere automaticamente affidato ad Autostrade. Ecco perché bisogna chiudere».

In questo contesto surreale, le parole più posate sono paradossalmente dei familiari delle vittime. «Chiediamo la revoca della concessione e vorremmo avere notizie dal governo prima della commemorazione del 14 agosto. Non è accettabile che dopo due anni non si sia ancora definita questa questione», dice Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo vittime ponte Morandi, che sull’affidamento ad Aspi commenta: «Non mi aspettavo altro, tecnicamente e logicamente mi sembrava inevitabile».

[do action=”quote” autore=”I familiari delle vittime”]L’affidamento è tecnicamente inevitabile. Ma non è accettabile che dopo due anni non si sia ancora definita la questione Atlantia[/do]

Autostrade intanto prova ad incunearsi ricordando che «la società ad oggi, non ha mai ricevuto riscontro alle proposte all’esecutivo per la definizione del contenzioso sul Ponte Morandi», facendo poi leva sul «radicale cambiamento di management» con la messa da parte di Castellucci e i «7 mila posti di lavoro da preservare».

INTANTO IN SERATA È ARRIVATA La decisione della Corte costituzionale sulla legittimità dell’esclusione di Autostrade dai lavori di ricostruzione del ponte, come da decreto Genova e conseguente ricorso della società dei Benetton al Tar della Liguria. La Consulta ha ritenuto «non fondate le questioni relative all’esclusione legislativa di Aspi», spianando la strada dunque alla revoca. Ma prima dovrà essere individuata l’alternativa. E se l’ingresso di altri partner in Atlantia – con l’ingresso del fondo F2i e l’esclusione dei Benetton – sembra non convincere il M5s, l’unica alternativa è il passaggio della concessione ad Anas e una nuova nazionalizzazione.