Il governo Letta e le tre Ansaldo, davvero non c’è fine al peggio
Svendite di Stato Verso un "parcheggio" in Cdp con l'ingresso delle multinazionali. La Fiom furiosa: "Inconcepibile"
Svendite di Stato Verso un "parcheggio" in Cdp con l'ingresso delle multinazionali. La Fiom furiosa: "Inconcepibile"
Non c’è fine al peggio. Il piano del governo Letta sulle Ansaldo conferma la loro dismissione da Finmeccanica, e tutt’al più una sorta di “parcheggio” delle tre aziende nel Fondo strategico della Cassa depositi e prestiti. Lì dove entreranno, con robuste quote di minoranza, colossi come Doosan per Ansaldo Energia, e Hitachi Rail per Ansaldo Sts e per una Ansaldo Breda che prima però dovrà essere “spezzata” in due (newco e badco), visto che il Fondo della Cdp non può investire in aziende in perdita. Al di là del bizantinismo del progetto, come andrà a finire è presto detto: Doosan e Hitachi poco alla volta finiranno per mangiarsi due gioielli del made in Italy nel mondo come Ansaldo Energia e Ansaldo Sts, e l’unica azienda ferroviaria italiana che è Ansaldo Breda.
Il “progetto Ansaldo” fa saltare sulla sedia la Fiom. I metalmeccanici della Cgil attendono che il ministro Zanonato risponda nel question time parlamentare alle domande di Gennaro Migliore e Giorgio Airaudo di Sel. Poi non si trattengono più: “La Fiom ritiene inconcepibile – denuncia Massimo Masat – che due gioielli industriali vengano ceduti rafforzando l’industria estera. Consideriamo, a dir poco, miope proporsi di racimolare capitali stranieri attraverso la svendita di quel po’ di buono che è rimasto dell’industria italiana. Questo rischia di produrre solamente la desertificazione del nostro apparato produttivo”.
Il coordinatore nazionale Fiom del gruppo Finmeccanica ricorda: “Dalla metà del 2011, Finmeccanica ha dichiarato l’intenzione di cedere asset importanti come Ansaldo Energia e come il settore ferroviario. Nonostante questa condizione di variabilità, Ansaldo Energia e Ansaldo Sts hanno continuato ad aumentare i volumi produttivi, il fatturato ed i profitti, dimostrando una grande solidità industriale”. Le conclusioni sono presto dette: “Va sottolineato che queste aziende, come Ansaldo Breda, sono indirettamente controllate dallo Stato, che è il maggior azionista di Finmeccanica. In sostanza è il governo che dovrà spiegare quali siano le ragioni di queste cessioni”. Che la Fiom ritiene inaccettabili: “Attrarre investitori stranieri dovrebbe significare agevolare l’insediamento di nuove aziende sviluppando occupazione, e non cedere imprese di qualità mettendo a rischio la stessa occupazione”.
Ancor prima delle risposte del ministro, l’ex sindacalista Airaudo aveva già immaginato che andasse a finire così: “Si rischia di utilizzare la Cassa depositi e prestiti per nuove operazioni di cessione, invece che di rilancio industriale”. Un allarme condiviso da Rifondazione: “Il governo blocchi immediatamente le nuove privatizzazioni – chiede Paolo Ferrero – che ripeterebbero lo stesso film: vantaggi per i ricchi, danni per il paese, disastri per i lavoratori”. Anche Susanna Camusso, nella lettera di ieri al Corriere della Sera sulla non-politica industriale del governo, ha riservato un inciso ad Ansaldo Breda e Ansaldo Sts: “Come immaginare una politica dei trasporti senza poter contare su una capacità produttiva di riferimento?”.
Parole al vento, viste le risposte “copia e incolla” del ministro Zanonato (“Occorrono partnership anche internazionali che consentano un miglioramento della posizione di mercato delle aziende e un loro inserimento in sinergie internazionali che ne potenzino la competitività e ne allarghino gli sbocchi di mercato”), insieme alle miope, brutale e divisiva conclusione di Burlando: “L’intervento di Cdp deve fare pulizia dove bisogna farla, serve una bad company per Ansaldo Breda perché non si può più consentire che Breda impedisca la crescita di Ansaldo Sts”.
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