Il nuovo progetto pilota del governo britannico per far fronte all’«emergenza» dei migranti che sbarcano sulle coste inglesi è apertamente penitenziario: affibbiare loro un braccialetto elettronico per evitare che, nelle parole di Boris Johnson, «svaniscano nel paese». È entrato in auge giovedì scorso e durerà un anno. Nel migliore dei casi, gli accalappiati dovranno presentarsi regolarmente di persona alle autorità e potrebbero essere soggetti a un coprifuoco o essere esclusi da determinate località: in alternativa, potrebbero essere reclusi o incriminati. Una misura che potrebbe già riguardare chi è sfuggito per un soffio al primo volo sola andata che avrebbe dovuto “traslarlo” a seimila miglia di distanza secondo l’accordo stipulato con il Ruanda che, previo il non simbolico esborso di 120 milioni di sterline (circa 140 milioni di euro) da parte di Londra, benignamente accetta di accoglierli.

Dopo il flop, martedì scorso, del primo charter diretto a Kigali con sette – dei sessanta che avrebbero dovuti essere – migranti a bordo, del costo di 500mila sterline (circa 600mila euro), e bloccato da un’ingiunzione in extremis della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) quando era ormai in rullaggio e pronto al decollo, la biliosa reazione del governo non si è fatta attendere. I primi a essere accalappiati saranno proprio quei primi passeggeri per forza. «Il governo non si farà scoraggiare mentre pianifichiamo il prossimo volo per il Ruanda», ha dichiarato un portavoce della ministra dell’Interno Patel, che ha personalmente definito la decisione della Corte come «assolutamente scandalosa» e motivata politicamente. Anche per questo, aggravata dal parallelo contenzioso con Strasburgo sul protocollo nordirlandese, l’ipotesi di un’uscita del Regno Unito anche dalla Convezione europea sui diritti umani è ormai ampiamente nel novero del possibile.

Immediate le reazioni delle organizzazioni di tutela e difesa dei diritti dei migranti, che hanno bollato la pratica come «tremenda» (appalling, un termine di questi tempi associato sempre più spesso alle iniziative di questo governo) e «draconiana», mentre il leader dell’opposizione Keir Starmer ha sfoderato un altro dei suoi miagolii, accusando Johnson di cercare sensazionalismi, con simili policy. «Voglio risposte serie, nessuno vuole che si facciano questi viaggi pericolosi attraverso la Manica», ha detto. «Tutti vogliono reprimere le gang (i trafficanti di rifugiati, ndr). Ciò richiede un lavoro serio con le autorità francesi e uno a monte per affrontarle efficacemente».