L’assemblea nazionale dello Spi festeggia la convocazione del governo sulle pensioni. Nel giorno in cui 3 mila pensionati della Cgil riempiono il PalaTiziano di Roma, tempio secondario del basket della capitale, il ministro Giuliano Poletti risponde – con settimane di ritardo – alla richiesta unitaria dei sindacati di un confronto sul nuovo metodo di calcolo della rivalutazione delle pensioni e convoca i sindacati per lunedì 15 giugno.

Durante le convulse giornate che hanno seguito la sentenza della Corte Costituzionale e preceduto il decreto del governo – da oggi all’esame del Parlamento per una conversione che difficilmente produrrà modifiche – Spi, Fnp Cisl e Uilp erano stati inascoltati. Ora saranno chiamati a discutere con Poletti i nuovi criteri che partono da un aumento di crica il 10 per cento in più rispetto al sistema attuale – quello a fasce che ha sostituito il blocco negli anni 2012-2013 sopra i 1400 euro netti dichiarato illegittimo dalla consulta.

Ieri mattina sotto lo slogan “Il futuro ci lega”, l’Assemblea nazionale dei quadri e degli attivisti dello Spi Cgil ha fatto il punto sulla sentenza della Consulta e sul decreto sulle pensioni. Per il segretario generale Carla Cantone «i diritti vanno rispettati per tutti, anche per quelli che hanno una pensione tre volte sotto il minimo e che hanno mantenuto la rivalutazione, ma che continuano ad avere assegni troppo bassi. Dobbiamo aprire tutti insieme, confederazione e federazioni, una grande vertenza sul sistema pensionistico, sul fisco, sulle tasse, sul welfare tutto: dobbiamo mettere in discussione sul serio la riforma Fornero», ha attaccato.

«Apriamo la pagina delle pensioni per costruire una piattaforma per giovani e anziani. Tutti devono contribuire a lottare in questa grande vertenza, non solo le categorie. Serve una piattaforma unitaria dei pensionati, perché la sentenza della Consulta non ha risolto tutti i problemi che hanno impoverito la nostra gente. Noi siamo disposti a fare sacrifici, ma solo se finalizzati ad aiutare i giovani e non a coprire i buchi aperti dai veri privilegiati», ha spiegato.

«Occorre fermare la vergognosa campagna denigratoria verso i pensionati. Non sono loro ad aver ridotto il paese in questo stato. Smettiamola di incitare lo scontro intergenerazionale. Bisogna fermare questi mestieranti della diffamazione – ha concluso Cantone – che più sono ricchi e più guadagnano e più è alta la loro cattiveria verso chi la pensione se l’è guadagnata con il lavoro».