Il mare restituisce sempre, prima o poi, ciò che prende. E così ieri mattina è stato recuperato sotto un costone di roccia sulla riva di Peschici, da una motovedetta della Capitaneria di Porto di Vieste, il corpo di Vincenzo Blenx, il 70enne disperso da sabato scorso durante il nubifragio che si è abbattuto sul Gargano. L’auto dell’uomo era stata travolta dall’acqua e il corpo, trascinato in mare, è stato trovato a circa 300 metri al largo del costone di Peschici, ad un chilometro e mezzo dal luogo della scomparsa.

Prosegue, invece, la conta dei danni. Secondo la Coldiretti ammonterebbero a 60 milioni di euro quelli subiti dall’agricoltura del foggiano, dove risultano distrutti vigneti, coltivazioni di pomodoro, ortaggi e dove interi uliveti risultano sommersi, mentre numerosi allevamenti sono ancora irraggiungibili e molti animali dispersi. «Una delle coltivazioni più colpite – segnala la Coldiretti – è quella dell’uva da vino per la quale si registrano una perdita del 30% della produzione e danni per circa 36 milioni di euro. Anche il pomodoro ha subito un calo produttivo del 30% per un valore di 15 milioni di euro. Circa 2000 ettari investiti a ortaggi invernali – prosegue la Coldiretti – invece, dovranno essere nuovamente trapiantati: il danno ammonta a 2 milioni di euro. Inoltre, diverse migliaia di ettari di oliveti sono sommersi dalle acque e solo nelle prossime settimane sarà possibile quantificare il calo della produzione e il danno subito dalle piante. I danni alle strutture sono quantificabili in non meno di 5 milioni di euro».

Ma ieri è stata anche la giornata dei sopralluoghi da parte delle istituzioni, tra cui il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che ha incontrato a San Marco in Lamis il governatore della Puglia, Nichi Vendola. Durante il vertice è stato deciso di convocare per giovedì un tavolo tecnico a Roma per fare il punto della situazione. Galletti ha dichiarato che «la Regione sta quantificando i danni insieme ai sindaci: tra pochi giorni avremo una proposta. Spetterà poi al Consiglio dei Ministri decidere. Credo che ci siano tutte le condizioni per dichiarare lo stato di emergenza».

E in attesa del vertice di giovedì, la Regione ha già mosso i primi passi dando ai sindaci dei Comuni colpiti, l’autorizzazione a procedere con delibere di somma urgenza per gli interventi immediati con la garanzia politica che la Regione si farà carico delle risorse necessarie. Oggi, intanto, arriverà la prima relazione dell’Autorità di bacino. Il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, prima di incontrare il ministro dell’Ambiente Galletti, ha tenuto un incontro presso la prefettura di Foggia con il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, l’assessore alla protezione civile Guglielmo Minervini e i 14 sindaci dei comuni del Gargano colpiti dal violento nubifragio.

«Vorrei sottolineare un elemento nuovo – ha aggiunto Vendola – e cioé che tutta la classe dirigente, con i sindaci e la Regione, ha condiviso la necessità di andare a colpire la radice di questi fenomeni, intervenendo ulteriormente sul dissesto idrogeologico». La Regione ha già impegnato 175 milioni di euro per combattere il dissesto idrogeologico. Dal bilancio della Regione sono stati stanziati 10 milioni in più per chiedere ai consorzi di bonifica un’opera straordinaria e supplementare di pulizia dei canaloni. «Qui – ha concluso Vendola – c’è stata una integrazione eccellente tra strutture preposte ai soccorsi e volontari che ha consentito di salvare molte vite».

Sugli eventi di questi ultimi giorni, sono intervenuti anche Cgil, Cisl e Uil di Foggia, che affermano che è «prioritario occuparsi del riassetto idrogeologico e della messa in sicurezza territorio anche ricorrendo a lavoro di pubblica utilità». Precisando che «il Gargano è l’ultima vittima di modalità anomale del livello di precipitazioni, che si abbattono su territori, privati nel corso degli anni delle loro difese naturali da modalità di costruzione aggressive e che sono ormai incapaci di difendersi da violenze climatiche inusitate».

Ora, per non far morire il Gargano, servirà una seria e rigida politica di tutela del territorio. Che non guardi più in faccia nessuno.