Il glifosato rientra dalla finestra ma la Sicilia dice free
Confagricoltura e Monsanto si incontravano per una conferenza dal titolo «Roundup la forza imbattibile», dalla quale gli ambientalisti sono stati tenuti sapientemente alla larga e nella quale venivano descritte le […]
Confagricoltura e Monsanto si incontravano per una conferenza dal titolo «Roundup la forza imbattibile», dalla quale gli ambientalisti sono stati tenuti sapientemente alla larga e nella quale venivano descritte le […]
Confagricoltura e Monsanto si incontravano per una conferenza dal titolo «Roundup la forza imbattibile», dalla quale gli ambientalisti sono stati tenuti sapientemente alla larga e nella quale venivano descritte le qualità del glifosato, Aiab Sicilia ha riunito circa 30 associazioni che hanno chiesto a gran voce una Sicilia «glifosate free». Lo scorso 17 luglio, di fronte alla sede di Confagricoltura catanese, un sit in di tutte le associazioni siciliane dell’agricoltura biologica e biodinamica, della permacoltura, dell’agricoltura rigenerativa, sinergica, agroecologica, della rete delle fattorie sociali, i biodistretti, le organizzazioni degli agricoltori, le associazioni ambientaliste, mediche, consumeriste, culturali e sociali, in rappresentanza di migliaia di cittadini, hanno chiesto una cosa semplice: il rispetto del principio di precauzione. Come? Attraverso il divieto alle amministrazioni comunali e provinciali, alle Ferrovie e all’Anas, di usare il glifosate; la rimozione del prodotto da tutti i disciplinari di produzione e l’esclusione da qualsiasi premio delle aziende che ne facciano uso, evitando di promuovere l’uso sostenibile di un prodotto cancerogeno. L’evento si inserisce nel lungo filone di richieste da parte della popolazione (ricordiamo le due campagne nazionali #StopGlifosato e #CambiamoAgricoltura) di porre davanti agli interessi economici delle multinazionali la salvaguardia della salute dei cittadini e dell’ambiente.
Il glifosate rappresenta il 25% del mercato mondiale degli erbicidi ed è il prodotto più venduto in Italia. Oltre che in agricoltura è ampiamente impiegato per la pulizia del verde pubblico, dei binari, delle strade. Persone, piante e animali possono essere esposti in molti modi, sia per esposizione diretta (agricoltori), sia attraverso l’acqua, le bevande e gli alimenti di origine vegetale (pane, pasta, legumi e cereali prodotti nei climi freddi dove viene spesso usato per la maturazione artificiale del raccolto) e animale (carne e trasformati, in particolare laddove gli animali vengano nutriti con derivati da piante Ogm).
Nel 2015 la Iarc, agenzia dell’Oms e massima autorità per la ricerca sul cancro, ha reso pubblico un documento in cui dichiara il glifosate cancerogeno per gli animali e fortemente rischioso anche per l’uomo. Una ricerca durata tre anni, coordinata da 17 esperti in 11 Paesi, rivela una forte correlazione epidemiologica tra l’esposizione al glifosate e il linfoma non-Hodgkin. Ciò si aggiunge ai già noti aumenti della frequenza di leucemie infantili e malattie neurodegenerative, morbo di Parkinson in testa. La lista dei danni sarebbe ancora lunghissima ma evidentemente non ancora sufficiente a convincere chi di dovere a cancellarlo per sempre e a cambiare definitivamente rotta.
* presidente Aiab Sicilia
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