Da Foggia a Guardia Sanframondi più a sud di così quest’anno non si arriva. Il gruppo popola terre spopolate, l’emigrazione cui sono costretti i giovani dell’interno colpisce duro. Ci fa da guida in questo percorso di memoria di lotte, povertà e speranza Antonio Fanelli, caro amico e antropologo di casa in queste zone. Ci parla dei treni della felicità organizzati dal Pci, che partivano dal tavoliere pugliese e portavano nelle famiglie dei braccianti emiliani i figli dei cafoni, incarcerati per le occupazioni delle terre. Ci descrive i murales di San Bartolomeo in Galdo, che il gruppo sfiora in vista del traguardo, una bellissima storia che coinvolge gli Inti Illimani in tour tra il Matese e il Sannio. La domenica delle palme del ’57 i contadini avevano organizzato una marcia della fame destinata a concludersi a Roma sotto le sedi del governo.

SCOPERTE le loro intenzioni, la celere picchia ed arresta, la marcia si interrompe lì. Ma riprende simbolicamente vent’anni dopo quando il gruppo cileno, sostando in paese, viene a conoscenza della vicenda e i musici in prima persona sovrintendono alla realizzazione di un murale che la ricordi. Col tempo se ne sono realizzati altri, dedicati a De André e Lucio Dalla, Nelson Mandela e Vittorio Annigoni. «Queste zone – prosegue Fanelli – erano più connesse col mondo a fine ‘700 che non oggi, Esisteva una borghesia progressista che contribuì in maniera decisiva alla rivoluzione napoletana. E poi le lotte bracciantili. La repressione e il clientelismo hanno interrotto tutto».
I corridori attraversano questi territori in tutt’altre faccende affaccendati. Si procede sballotati in su e in giù fino all’ascesa di Bocca della Selva, poi picchiata verso Castelvenere e di lì si sale a gradoni, più o meno arcigni, verso il traguardo.

PRONTI via il gruppo, sferzato dal vento, si spezza in due sull’inerzia dei tentativi di fuga, e chi rimane indietro vede i sorci verdi. Fortuna che Bernal si accorge che nella rete non sono rimasti pesci grossi e così dice a Ganna di darsi una calmata. All’altezza di Volturara Appula, il paese di Conte, si ritira il piccolo Ewan, dominatore fino a qui delle volate, mentre finalmente prende forma la fuga, nove uomini fuori classifica e liberi di giocarsi l’alloro di giornata.
Tra i nove nell’abitato di Castelvenere si avvantaggiano Carboni e Campenaerts. Rimane presto da solo il marchigiano, più scalatore, ma da dietro rinviene il francese di belle speranze Lafay, che gli scatta in faccia e trionfa sul traguardo a braccia alzate. Dietro i big si controllano, che oggi sarà battaglia truce.