Se c’è una categoria davvero persistente anche nel nuovo dispositivo del teatro italiano, è la cosiddetta «giovani compagnie». I confini sono labili e un posto è assicurato. E non è solo una questione anagrafica. Garanzie di collocamento a parte, vi rientrano di diritto, per inventiva freschezza e variabilità sperimentale, i Sotterraneo (fino a ieri Teatro Sotterraneo), collettivo di ricerca nato a Firenze nel 2004, dall’invidiabile palmares (Ubu, Hystrio, Lo Straniero, riconoscimenti all’estero, il progetto Fies Factory più una prestigiosa escursione lirica al Rossini Opera Festival 2012), dal 2013 sono compagnia residente presso l’Associazione Teatrale Pistoiese.

Ora, per così dire, i loro componenti Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa e Mattia Tuliozi emergono dal sottosuolo. E, forti di un impianto drammaturgico sperimentato negli anni che mette in relazione il testo con la visibilità della scrittura e l’inafferrabilità del linguaggio contemporaneo, alla cui ri/definizione il pubblico, in maniera anche provocatoria ma mai scriteriata, è chiamato a partecipare, si mettono sulle tracce di Jules Verne e del suo Giro del mondo in 80 giorni. Il romanzo principe (1873) della rivoluzione industriale e della divulgazione enciclopedica, ma anche sinfonia pop dell’avventura coloniale fra snobismo british e esotismo da jardin d’acclimatation, nelle loro mani diventa una pimpante carrellata di sequenze a fumetti e cartoline di viaggio, saluti da mezzo mondo, una serrata ragnatela di rimandi e citazioni, una scanzonata giostra di metamorfosi fra cinema e tivù, musical e cabaret, lacerazioni strappalacrime da fotoromanzo, coloriture kitsch da cartone animato e (apparenti) improvvisazioni d’avanspettacolo.

Davanti a una grande carta geografica, aperta su una vecchia lavagna pre internet, dove si appuntano le boe della navigazione, il giro dei Sotterraneo da epico diventa caricaturale (nel senso di profili e macchiette).

Sviluppandosi con felice intuizione come un gioco di società, i bigliettini da estrarre e le caselle da riempirepe e gli imprevisti, i quiz e le domande trabocchetto, i premi e le penalità, gadget e souvenir, lo spettatore notaio o campione per indagine Doxa, Monopoli e Giochi senza frontiere, un girotondo ludico senza un attimo di tregua dove si insinua «sotterraneo» anche un intento pedagogico per grandi e piccini che intercetta problematiche calde del mondo di oggi, il razzismo, l’omosessualità, la xenofobia, libertà democrazia ambiente energie rinnovabili.
Così che questo diario di bordo sia un implacabile moltiplicatore di comicità ma anche un piacevolissimo conte philosophique. Il giro dei Sotterraneo dura 80 minuti e dopo il debutto dei giorni scorsi a Pistoia toccherà San Sepolcro, Mantova per il Festival della Letteratura, Roma per Teatri di Vetro, Parma Teatro al Parco e Prato nella prossima stagione del Metastasio.