La Certosa di Trisulti, il presidio monastico di 800 anni, incastonato nei Monti Ernici in Ciociaria, torna ad essere bene pubblico. Il 26 di luglio Benjamin Harnwell, il legale rappresentante della Dignitatis Humanae Institute (Dhi), lascerà per sempre l’antico edificio dopo tre anni di una battaglia legale che ha fatto in giro del mondo.

La riconsegna dell’importante complesso religioso avviene un mese dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha messo la parola fine all’“occupazione” della Certosa da parte della Dhi, l’associazione sovranista legata a Steve Bannon, lo stratega dell’ex presidente americano Donald Trump, e alla parte più conservatrice della Chiesa cattolica.

Dietro la Certosa di Trisulti si sono mosse, infatti, strategie oscure frutto di interessi trasversali. Come espresso dal massimo organo giudicante della giustizia amministrativa, la Dhi aveva ottenuto la concessione della Certosa attraverso una gara di cui, però, erano state censurate le molteplici incongruenze e le vere e proprie contraffazioni dei requisiti necessari alla partecipazione.

Determinanti, nel dare l’allarme, sono state la stampa indipendente e le associazioni della società civile che si sono oggi unite in una rete chiamata “Trisulti bene comune”, con l’obiettivo della restituzione della Certosa al suo territorio e alle finalità che sono proprie della sua storia, proponendosi nello stesso tempo la sua valorizzazione in un contesto nazionale e internazionale.

Le associazioni, come si ricorderà, si erano costituite nel giudizio – con l’assistenza legale gratuita degli avvocati Chiarina Ianni e Sara Spirito – a supporto della revoca disposta dal Ministero della Cultura, prima presso il Tar e poi presso il Consiglio di Stato.

Ma come è stato possibile che un bene dello Stato sia stato assegnato in concessione ad una associazione con chiare ed esplicite finalità di intervento politico nel nostro paese e non solo?

Patrimonio monumentale di proprietà demaniale dal 1879, la Certosa, insieme ad altri beni dello Stato, era stata inserita in un bando dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo (Mibact) nel 2015 per essere data in concessione. Non c’erano più le forze e i numeri per abitarla e gestirla.

Gli ultimi quattro monaci cistercensi rimasti sarebbero tornati presto all’abbazia di Casamari, il loro convento di origine. La Certosa di Trisulti, infatti, era stata data ai cistercensi nel 1947 perché ne conservassero il ruolo di centro di spiritualità e di diffusione della tradizione erboristica monastica. Il bando del Mibact, a guida Dario Franceschini, prevedeva una base d’asta di 14 mila euro.

Risposero – forse anche per i tempi molto stretti – solo due associazioni: la Dignitatis Humanae Institute che offrì 100 mila euro l’anno, e l’Accademia Nazionale delle Arti di Petroro, che, però, non inviò la documentazione richiesta dal Mibact, forse perché il suo presidente nel frattempo era stato arrestato per frode fiscale.

Dopo l’approvazione della graduatoria, che aveva visto la Dhi aggiudicataria della concessione, il Ministero aveva richiesto la documentazione a comprova dei requisiti dichiarati in fase di partecipazione. Ma qualcuno al Mibact, nel frattempo, si era “distratto” e non aveva proceduto al controllo della documentazione che si sarebbe rivelata “manipolata” (c’è anche un procedimento penale in corso presso la Procura di Roma).

Del resto, la Dhi, ancor prima del bando, aveva tentato di “accaparrarsi” la Certosa usando influenze politiche e vaticane, facendosi forte di sostenitori come cardinali (tutti appartenenti alla frangia anti papa Bergoglio) del calibro di Renato Martino e Raymond Burke. E di un board politico con personalità come Rocco Buttiglione e Luca Volonté.

Ma che ne sarà ora della Certosa di Trisulti? Adesso arriva il momento più difficile, quello di assicurarne il futuro. Si ha notizia di diverse iniziative e le stesse istituzioni, che finora sembravano aver lasciato l’onere della battaglia legalista alle associazioni del territorio, sono più attente. Si parla di progetti importanti, alcuni dei quali coinvolgerebbero le università laziali. Ma siamo solo alle prime battute della nuova storia di Trisulti.

Gli occhi del mondo sono puntati sulla antica Certosa e non è più ammessa nessuna approssimazione.