Dieci anni di carcere per le persone Lgbtqi+, per associazioni o individui che ne sostengono i diritti, per chiunque esprima loro solidarietà via social o fornisca aiuto medico: è il contenuto del disegno di legge presentato al parlamento del Ghana, una delle normative più restrittive al mondo se approvata. Nel testo si parla addirittura di chirurgia obbligatoria di «riallineamento di genere» per gli intersessuali.

A proporre la legge è il governo del presidente Nana Akufo-Addo e segue a una dura campagna repressiva cominciata lo scorso gennaio, che ha condotto alla chiusura di un centro che offre sostegno alla comunità Lgbtqi+ e ad almeno 21 arresti. Una campagna di polizia che si unisce alle dichiarazioni di diversi parlamentari, che descrivono i diritti delle persone Lgbtqi+ come «perversione».

Immediata è stata la reazione dopo che la bozza di legge ha iniziato a circolare sui social network e i media: dagli attivisti per i diritti umani a diplomatici stranieri, in tantissimi hanno espresso sdegno e preoccupazione per quella che la giornalista Nana Ama Agyemang Asante ha definito una normativa fondata sulla «crudeltà».