La perturbazione che sta colpendo con un’ondata di freddo anomalo l’Europa e l’Italia fa parte di quel «caos climatico» innescato proprio dal riscaldamento globale.

Si tratta, per il nostro emisfero, di quello che è stato definito il «paradosso Artico»: questo freddo intenso – il burian siberiano – arriva a causa di un anomalo riscaldamento della stratosfera polare che altera la normale circolazione atmosferica e in questo modo consente all’aria fredda polare di raggiungere latitudini più meridionali.

Ma questo freddo modificherà la temperatura media globale e potrà rappresentare una anche momentanea inversione di tendenza? Purtroppo pare di no. Come spiega molto bene il sito www.climalteranti.it infatti, l’effetto di raffreddamento intenso, è cioé le «anomalie negative» su nord America, Siberia e sull’Europa «sono ampiamente compensate come estensione ed intensità dalle anomalie positive (caldo eccezionale) sulle fasce equatoriali e tropicali dell’emisfero nord e soprattutto sull’Artico, dove la fascia delle anomalie è tra +10 e +20 °C».

Come ha opportunamente notato il climatologo Luca Mercalli, con il riscaldamento globale le «anomalie positive» – ondate di calore – sono molto più frequenti delle ondate di gelo.

Un recente studio dell’Università di Newcastle su 571 città europee ha valutato la tendenza nei prossimi 30 anni legata al riscaldamento globale. È allarmante: se oggi siamo preoccupati per l’ondata di freddo, saranno le ondate di calore in aumento a cambiare in peggio le nostre città e la nostra salute.

* Direttore esecutivo di Greenpeace Italia