Chi non ricorda la tragedia di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, i due anarchici italiani emigrati in America e fulminati innocenti sulla sedia elettrica nel carcere di Charlestown, Boston Massachusetts, pochi minuti dopo la mezzanotte tra il 22 e il 23 agosto 1927, a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro?

Il mondo intero fino all’ultimo aveva sperato di strappare i due italiani alla sedia elettrica e c’erano state imponenti manifestazioni in ogni angolo del mondo, tranne che per ragioni politiche in Italia.

Sorpresi su un tram la sera del 5 maggio 1920 erano stati arrestati: nelle tasche avevano due rivoltelle e dei volantini sovversivi per promuovere per la sera del 9 maggio una manifestazione di protesta contro la polizia di New York che la notte del 3 maggio – dopo averlo illegittimamente arrestato e trattenuto – aveva vigliaccamente scaraventato dal quattordicesimo piano della questura Andrea Salsedo, un tipografo ed editore anarchico siciliano (originario di Pantelleria), sfraccellandone il corpo sul marciapiedi della questura. Avevano anche il compito di mettere in salvo giornali, opuscoli e libri pubblicati con immensi sacrifici dai lavoratori anarchici italo-americani.

Bartolomeo Vanzetti, originario di Villafalletto (Cn), fu accusato della rapina avvenuta il 24 dicembre 1919 a Bridgewater e, unitamente a Nicola Sacco, originario di Torremaggiore (Fg) di quella del 15 aprile 1920, verificatasi a South Braintree, in cui morirono due persone. Al processo tantissimi testimoniano l’estraneità, l’innocenza e la lontananza dai luoghi in cui avvennero le rapine. Furono sette lunghi anni di martirio e di calvario.

A ottantasette anni dall’esecuzione il caso dei due anarchici italiani è più vivo che mai. Ogni anno, nel mondo, si pubblicano libri che affrontano la terribile vicenda, si moltiplicano gli studi e le ricerche che ne approfondiscono la storia, crescono le iniziative di supporto e di divulgazione, si consolidano le iniziative cinematografiche, teatrali, fotografiche, letterarie e artistiche. Gli archivi e le memorie individuali e collettive continuano a fornire materiale e nuovi elementi sull’infamia consumata dalla giustizia americana contro due onesti lavoratori, offrendo alla ricerca storica la possibilità di approfondire i vari aspetti della vicenda. Ancora oggi molto materiale, conservato in Biblioteche pubbliche, Università, Fondazioni, Archivi anarchici, pubblici e privati, attende di essere visionato, scoperto e reso noto. Un calcolo approssimativo fa registrare oltre 500 volumi e migliaia e migliaia di saggi su giornali e riviste di tutto il mondo e in tutte le lingue, testimoniando un interesse che non verrà mai meno.

Lo prova, se ve ne fosse bisogno, l’iniziativa di martedì 13 maggio quando a Savigliano (Cn), in una sala di Palazzo Taffini, alle ore 21, verrà proiettato – per la prima volta nel mondo – il film inedito del funerale di Sacco e Vanzetti, svoltosi il 28 agosto 1927. La serata è promossa da Luigi Botta, in collaborazione con le associazioni «Prometeo» e «Cristoforo Beggiami» di Savigliano e con il patrocinio della «Sacco and Vanzetti Commemoration Society» di Boston e dell’associazione «Sacco e Vanzetti» di Torremaggiore. L’emozionante documento storico e cinematografico è stato recentemente restaurato e riordinato da Jerry Kaplan, per conto della «Sacco and Vanzetti Commemoration Society», con la supervisione dell’anarchico italo-americano Robert D’Attilio.

Restaurato lo scorso anno per l’anniversario dell’esecuzione, il filmato prima d’ora non è stato mai mostrato dal vivo, con pubblico presente, come conferma Jerry Kaplan: «Il film non è mai stato mostrato in luogo pubblico, con un pubblico presente. La vostra proiezione sarà la prima».

La storia di questo filmato è particolarmente complessa e interessante. All’epoca venne realizzato in modo artigiano in quanto il Governo degli Stati Uniti, il giorno stesso dell’esecuzione di Sacco e Vanzetti, ordinò tassativamente che tutti i filmati sul caso dei due anarchici venissero distrutti e infatti la documentazione cinematografica è praticamente nulla. Fortunatamente l’anarchico Aldino Felicani – giornalista anarchico originario di Vicchio (Fi), emigrato nel 1914 negli Stati Uniti, fondatore e animatore del Defense Committee «Sacco and Vanzetti» di Boston, costituito per condurre la battaglia politica e per portare una viva e concreta solidarietà ai due carcerati – consapevole dell’importanza dell’evento, incarica alcuni cineoperatori di riprendere di nascosto e clandestinamente il funerale dei due anarchici italiani. La preziosa pellicola, poi, finì in mani anonime. Nel 1930 il giornalista Gardner Jackson, che aveva seguito il processo, l’acquista per 1.000 dollari; viene mostrata e poi conservata dal giornalista. Ma si perde nuovamente. Lo scrittore Francis Russel, impegnato nelle ricerche per il suo libro Tragedy in Dedham. The Story of the Sacco Vanzetti Case – pubblicato negli Stati Uniti nel 1961 e tradotto in italiano dall’editore Mursia nel 1966 e ripubblicato da Mondadori nel 2005 – la ritrova alla fine degli anni ’50 ma non la utilizza né la menziona nel volume.Era disordinata e a spezzoni, quasi irriconoscibile. Provvide a farla riordinare con un montaggio approssimativo, eliminando alcune parti ritenute di scarsa qualità e danneggiate. Nel 1962 la dona, insieme ad altro materiale sul caso, alla Brandeis University di Waltham, Massachusetts, dove viene ancora una volta dimenticata. Con la donazione di tutto il patrimonio del Comitato di Difesa alla Boston Public Library, la pellicola è recuperata presso l’Università e duplicata con due diverse copie negative. Lo scorso anno Jerry Kaplan riprende in mano le sei sezioni del film, che durano all’incirca sei minuti. Le seleziona e le studia, elimina le ripetizioni e le riprese extra soggetto. Rimangono complessivamente 4’30” di proiezione. Li rimonta cronologicamente, seguendo scrupolosamente i quarantatre stacchi di scena.

È questo lo straordinario documento umano, politico, sociale e culturale che viene proiettato, per la prima volta, in anteprima mondiale a Savigliano, cittadina nella quale viveva la famiglia Vanzetti prima di trasferirsi a Villafalleto.

Il Comitato di Difesa aveva pensato di esporre le due salme al pubblico in una camera ardente in grande stile, ma nessuno accetta di fittargli una sala e così si serve della camera mortuaria dell’impresario funebre Joseph Langone. Il corteo funebre si snoda a partire dalle 14,30. Ci sono oltre cinquecento poliziotti armati e settanta guardie a cavallo scortano i carri funebri, seguiti da oltre cinquemila persone, molte delle quali indossano una cravatta nera e un garofano rosso all’occhiello e oltre duecentomila sono assiepate lungo i marciapiedi e sotto la pioggia. Gli anarchici, in spregio degli ordini della polizia, distribuiscono bracciali di feltro rosso con la scritta: «Remember. Justice Crucified August 22, 1927».

Nel filmato, oltre a riconoscere Aldino Felicani e il giovane Brini, che il giorno della rapina per la quale fu accusato Vanzetti vendeva anguille proprio in compagnia di Vanzetti, si vede la polizia che, al comando di un furibondo sergente che impugna un ombrello, manganellare duramente i partecipanti. Alla fine del filmato del funerale il governatore del Massachusetts, Alvan Tuft Fuller, dice «grazie a Dio, tutto è finito». Ma non era così.

Luigi Botta, l’organizzatore della manifestazione, è un appassionato giornalista di Savigliano, autore nel 1978 del volume Sacco e Vanzetti: giustiziata la verità, che da molti anni raccoglie in tutto il mondo materiale su Sacco e Vanzetti e sta lavorando a una nuova monumentale pubblicazione completa e articolata, ricca di materiale inedito e di oltre un migliaio di fotografie d’epoca.