Antropologo e docente all’Ecole Nationale d’Architecture di Marsiglia, profondo conoscitore della reatà sociale della metropoli provenzale, già tra i responsabili culturali del Pcf e consigliere del Front de Gauche nella regione Alpes Provence Côte d’Azur, Alain Hayot è uno dei più noti intellettuali della sinistra marsigliese.

Nella regione Paca, dove era candidata Marion Maréchal-LePen, si è giocata una delle partite decisive di queste elezioni. Già alla vigilia del voto, lei riteneva però che la sconfitta del Fn sarebbe stata in ogni caso amara per la gauche, perché?
Perché malgrado fosse necessario impedire con ogni mezzo che l’estrema destra razzista e anti-sociale mettesse le mani su questa regione che conta 6 milioni di abitanti, il candidato del centrodestra che si è deciso di appoggiare, ritirando le liste di sinistra, Christian Estrosi è un personaggio divisivo, che incarna la destra conservatrice più dura nei confronti degli immigrati, dei musulmani, del mondo del lavoro. Votando per lui in funzione anti-Le Pen, si è riusciti ad evitare la catastrofe, ma per gli anni a venire, qui come altrove, non ci saranno eletti della sinistra nel parlamento regionale e l’unica opposizione sarà qualla del Fn: una prospettiva che non promette niente di buono.

Dalle sue parole sembra di capire che lei ritiene la formula del cosiddetto front républicain non più all’altezza della sfida posta dal Fn, è così?
Ripeto, si è trattato di una decisione quasi obbligata, presa sotto la pressione degli eventi. Ciò detto, il problema riguarda il futuro. Sono trent’anni che l’allarme per la crescita del Fn si traduce in alleanze contro natura tra forze politiche tra loro in opposizione su tutto, una trappola in cui si è caduti e che non ha fatto che far crescere il partito di Le Pen che si è presentato come l’unica alternativa a quello che definisce come il sistema Umps (Ump+Ps). E’ uno strumento che rischia di avere sempre meno presa sugli elettori e rischia perfino di risultare controproducente, perciò è su un percorso del tutto diverso che si deve lavorare fin d’ora per il futuro.

La strategia messa in campo non ha del resto impedito che il Fn conquistasse anche quei Quartieri Nord di Marsiglia, raccontati nei film di Guédiguian, che sono il più grande agglomerato di case popolari d’Europa. Come è stato possibile?
Anche in questo caso, la realtà smonta i luoghi comuni. Nel senso che è vero che all’inizio della sua dinamica elettorale il Fn ha conquistato molti voti proletari e di aree dove la sinistra era forte, ma oggi quella parte della società semplicemente non va più a votare: ci sono banlieue dove l’astensionismo è al 70%. Ora, i consensi di Le Pen sono sempre più interclassisti, provengono da ogni ambito sociale e, spesso, da quell’elettorato popolare già gaullista composto da operai qualificati e da lavoratori dipendenti che ritengono che il centrodestra non sia abbastanza duro. Così, anche la conquista dei Quartieri Nord di Marsiglia non è passata tanto per le cité delle case popolari, ma per le aree dei villini mono o bifamiliari del circondario in cui abitano famiglie provenienti si dalla classe operaia, ma che hanno conosciuto una qualche forma di promozione sociale, sono diventate proprietarie e ora hanno paura di tornare indietro a causa della crisi. Con 6 milioni di disoccupati, più di un 1 milione di poveri totali e una mobilità sociale completamente bloccata, in Francia questa categoria di persone non farà che crescere: è una proposta di sinistra che manca.

Perciò, come spiega nel suo libro, Face au Fn, la contre-offensive (Arcane 17 edizioni), ricostruzione della gauche e battaglia contro Le Pen, sono due facce della stessa medaglia?
Assolutamente. Da troppo tempo, la questione del Fn è al centro della politica francese e nessuno sembra riflettere sul fatto che per sconfiggerlo davvero si debba prima di tutto cercare di costruire una nuova società. Perciò credo che ci siano tre punti principali da cui può partire una controffensiva rispetto al Fn che è però prima di tutto una nuova prospettiva per la sinistra. In primo luogo c’è la battaglia delle idee: sottrarre alle destre l’egemonia che detengono da tempo per affermare una nuova cultura dell’uguaglianza. Quindi si deve lavorare sulla solidarietà, sulla ricostruzione di legami sociali veri, puntando a mutare il clima che fa si che nelle città, come nelle aziende o nelle scuole, dominino le divisioni, il sospetto e la chiusura in se stessi. Un percorso che deve passare anche per una ridefinizione radicale delle forme della politica, visto che oggi i francesi provano schifo per ciò che vedono in parlamento. Infine si deve tornare a proporre una vera alternativa di società, un progetto di sinistra per rifondare la République. Solo così potremo fermare davvero il Fn.