L’Union pour un mouvement populaire (Ump), la destra classica francese, è oggi dilacerata, in disfacimento (Alexander Lemarié,L’Ump se divise autour d’un inventare des années Sarkozy, Le Monde 21.8.2013 ); il partito socialista (Psf) è al governo ma non ha consistenza politica, è un “partito socialdemocratico” pallido che si vergogna del suo vero nome (Michel Winock, La gauche en France, Perrin, 2006, p. 432). Continua a chiamarsi socialista ma è meno socialista del partito socialdemocratico tedesco che ha buttato al macero la cultura marxiana da tempo, negli anni cinquanta (il Psf non l’ha abbandonata, ma solo formalmente). Il Front National (Fn) di Marine Le Pen muove verso la conquista del potere (Abel Mestre, Le Front national part à la conquête du pouvoir, Le Monde 14.9.2013).
Il primo compito di Marine Le Pen, eletta presidente del partito nel gennaio del 2011 è stato quello di rendere il Fn, fondato da suo padre, se non rispettabile – ardua impresa – almeno un po’ meno razzista, xenofobo, repulsivo. Oggi siamo in fase due, alla conquista del potere della V Repubblica costruita nel 1958 da Charles de Gaulle in modo sufficientemente autoritario, accettabile da parte del Fn.
A sinistra del Psf, le formazioni politiche oggi spingono perché in Francia si pervenga ad una VI Repubblica che sia democratica, sociale, non autoritaria-bonapartista. Spingono per realizzare una nuova repubblica che si riallacci seriamente ai valori espressi dalla rivoluzione francese: libertà, fraternità, eguaglianza. Eguaglianza soprattutto: ve ne è gran bisogno in Francia come in Italia; eguaglianza formale e sostanziale poiché senza la prospettiva dell’eguaglianza sostanziale il socialismo esiste solo a chiacchiere.
Nel Fn gli ottimisti si dicono oggi sicuri che nei prossimi anni il loro sarà il primo partito francese, sopravanzando Ump e Psf finora al potere in alternanza, partiti sempre più simili fra loro e crisi sotto ogni profilo: politico, ideologico, culturale. Marine Le Pen sostiene che il Fn è oggi il centro di gravità della vita politica francese (Abel Mestre, Le Fn, centre de gravité de la vie politique?, Le Monde 12.7.2013). Una centralità dettata dal programma della destra estrema: sicurezza (lotta al crimine), posti di lavoro e case ai francesi (contro l’immigrazione, ristabilimento delle frontiere); “difesa della laicità” nelle strade, nelle mense, nelle piscine; lotta contro l’”istallazione selvaggia dei nomadi”; francesi padroni in casa propria. Insomma, razzismo e antieuropeismo, tradizionale ideologia Fn, oggi edulcorata.
Se ubbidissi al mio cuore – ha dichiarato Marine Le Pen a Lampedusa nel 2011 – direi ai poveri di tutto il mondo: venite in Francia; ma occorre fare i conti con le possibilità di accoglienza (France’s far right – They can’t keep her down, The Economist 19.3.2011): anti-immigrazione in tono pragmatico. E per acquisire credibilità gli eletti del Fn (nei municipi, a livello nazionale, nel parlamento europeo) devono essere al massimo competenti, devono saper amministrare(Il faut être opérationnels). Ovviamente tenendo sempre in primo piano lo Stato. La Francia ai francesi, in contrasto con la cessione di sovranità all’Unione europea.
E in prospettiva sono le basi popolari dell’Ump e del Fn oggi a riaccostarsi. Un riavvicinamento che si riflette nei vertici dei due partiti(Alexandre Lemarié, Les électorats de l’Ump et du Front se radicalisent ne fusionnent pas, Le Monde 14.9.2013). La conclusione è un “tropismo di destra” in tutta la Francia che la sinistra francese deve contrastare, con particolare attenzione al diffondersi della cultura neocoloniale.