Anno 1937. Il frate Guglielmo da Baskerville giunge in una nascosta abbazia benedettina sulle Alpi dove lo attende una disputa importante: rappresenterà l’ordine francescano, sostenuto da Ludovico di Baviera, futuro imperatore del Sacro Romano Impero, minacciato da papa Giovanni XXII e dal potere temporale della chiesa. Al suo fianco il giovane Adso, che ha abbandonato l’armatura impostagli dal padre barone al seguito dell’Imperatore, per seguire il monaco. È l’incipit de Il nome della rosa di Umberto Eco, romanzo mito per generazioni, un successo da 55 milioni di copie vendute e già oggetto di una trasposizione cinematografia nel 1986 diretto da Jean Jacques Annaud. Ora il libro diventa una serie di 8 episodi concentrati in quattro serate che Rai1 trasmettera a partire dal 4 marzo alle 21.25. Una coproduzione 11 Marzo Film, con Rai Ficton, prodotta da Matteo Levi, Carlo Degli Esposti e Nicola Serra e la regia di Giacomo Battiato.

UN PROGETTO nato sotto il benestare degli eredi dello scrittore, che aveva letto la prima stesura della sceneggiatura di Andrea Porporati e che ha dato anche la sua autorizzazione per l’inserimento nella storia di personaggi femminili e uno sviluppo di una vicende parallela intorno ai dolciniani- il movimento ereticale guidato da Fra Dolcino. A prestare il volto a Guglielmo da Baskerville è stato chiamato John Turturro: «Non conoscevo il libro, ho iniziato a leggerlo dopo aver accettato di fare parte del cast e me ne sono innamorato, perché parla e si compone di elementi estremamente attuali, guardi tutte le cose che stanno esplodendo dappertutto, gli uomini forti che sono al comando, gli scandali e l’oppressione delle donne da parte degli uomini».
Un cast che annovera anche Rupert Everett (l’inquisitore Bernardo Gui), Roberto Herlitzka, Damian Hardung (il novizio Adso), Fabrizio Bentivoglio, Alessio Boni. Girato a Cinecittà, con location in Abruzzo e Umbria, la fiction è stata prevenduta in quasi tutti i mercati, con una «prelazione» addirittura della Bbc.